Martedì tocca a Pairetto. De Santis: Sentite chi ha taciuto e negato sperando non uscisse nulla!

News, 25 dicembre 2010.

Martedì tocca a Pairetto. De Santis: Bisogna sentire chi ha sempre taciuto e negato le telefonate, sperando che non uscissero mai. Del Neri: preferisco vedere un abbraccio dopo un goal che uno schema ben eseguito o un tunnel. Krasic apprezza l'atmosfera che c'è nella squadra e l'affetto dei tifosi; sta anche imparando l'italiano, per comprendere meglio i discorsi di Pepe e di... Del Neri. Melo: In estate tentato di lasciare il calcio, adesso si sente un idolo dei tifosi. La Juve progetta di aprire scuole calcio negli Stati Uniti. Moratti ha scelto Leonardo per la panchina dell'Inter. Demichelis al Malaga, Simao e Hugo Almeida al Besiktas. Ibra: Nel calcio non c'è spazio per i sentimenti. Maradona vuole portare il 'nemico' Grondona in tribunale.

Martedì Pairetto sarà sentito da Ricciardi - Dopo Bergamo, Pairetto. Anche l'altro ex designatore ha accettato di essere ascoltato, a patto che però che a muoversi sia la Procura. E dunque il colloquio avverrà a Torino, quasi certamente martedì pomeriggio, probabilmente nello studio di un avvocato, come riferisce 'Tuttosport'. Non sarà però Palazzi a lasciare il suo ufficio, ma uno dei suoi vice, l'avvocato Giorgio Ricciardi, che nel corso dell'audizione dovrebbe parlare con Pierluigi Pairetto delle telefonate, portate alla luce dalla difesa di Moggi nel dibattimento in corso a Napoli, che l'ex designatore ebbe, ai tempi, con l'allora presidente dell'Inter, Giacinto Facchetti; questo anche se di alcuni colloqui tra i due, che pur compaiono sui brogliacci dei carabinieri, sono misteriosamente spariti i files audio.

De Santis: Palazzi senta chi finora ha sempre taciuto - Massimo De Santis, in un’intervista a Tuttosport, spiega come non avrebbe problemi ad essere riascoltato da Palazzi “purché non si tratti della stessa presa in giro di quattro anni e mezzo fa. Allora gli interrogatori furono una semplice perdita di tempo perché non ci fu la volontà di indagare..". Lui, che da Calciopoli perse la possibilità di arbitrare ai Mondiali di Germania (“poteva essere il punto più alto della mia carriera, invece mi venne revocato l’accredito”) venne poi anche, in seguito, querelato, per aver affermato che erano esistite telefonate tra lui e Giacinto Facchetti, dal figlio di quest’ultimo: "Sì, dissi che mi telefonava e venni querelato da suo figlio, però al processo di Napoli, grazie al lavoro di Penta e di tutta la difesa di Moggi, sono venute alla luce quelle telefonate. Sottolineo che sono stato l’unico arbitro a essere intercettato, per più sul cellulare che usavo per lavoro per un breve periodo mentre sull’altro, quello con cui parlavo con gli amici, per un tempo più lungo. Se avessero fatto l’opposto ci sarebbero state ben più telefonate perché io tutte le settimane parlavo almeno tre-quattro volte con Bergamo e Pairetto. Del resto, erano i designatori”: E l'opinione dell’ex arbitro è che, anche quando emergerà la verità, troppi danni saranno irreparabili: “Ormai il danno è fatto. La giustizia sportiva ha distrutto la vita e la carriera di molte persone perché le indagini furono sommarie. Lo stesso Squicquero, uno dei vice federali, alla mia domanda di visionare i filmati dei miei arbitraggi, mi disse: ’Se pensa di difendersi così’. Adesso lui è ancora lì con Palazzi, mi chiedo, dal momento che era da parecchi anni nell’ambiente, se dormisse visto che non si è accorto di nulla oppure perché non c’era proprio nulla di cui accorgersi”. E Massimo De Santis saprebbe anche cosa consigliare a Stefano Palazzi: “Per fare un’indagine seria non serve ascoltare Bergamo, l’ha detto ormai ai quattro venti che sentiva tutti. Interroghi, piuttosto, che ha sempre sottaciuto quelle telefonate, chi le ha negate. Mi riferisco ai dirigenti dei club o ai miei stessi colleghi che sono rimasti nel silenzio assoluto, che non hanno avuto il coraggio di confessare, sperando che non saltassero fuori le loro chiacchierate”. E oltre alle telefonate c’è anche la storia di un referto arbitrale: "Beh, da un’intercettazione di Bergamo è emerso che è stato modificato un referto arbitrale dopo Lecce-Milan diretta da Trefoloni. Se l’avessi fatto io, non oso immaginare cosa sarebbe successo”. Come se alla cornetta di tante intercettazioni ci fosse stato Moggi, anziché i vari Facchetti, Meani e compagnia phonante. Confida ormai essenzialmente nel processo di Napoli: “Confido nel processo di Napoli, dove ho la possibilità di difendermi. La giustizia sportiva è stata veloce solo nell’estate del 2006”.

Del Neri: Meglio un abbraccio dopo un goal che un tunnel - Dall'intervista rilasciata alla Stampa esce il ritratto di Gigi Del Neri sicuro di sé (dopo il panettone, "mangerò anche la colomba"), che non ha mai pensato di non farcela: "All'inizio le difficoltà esistono: ti devi far apprezzare. L'importante è non abbattersi quando intercetti occhiate diffidenti... Credevo nel mio lavoro e sapevo di poter diventare credibile nell'ambiente portando energie e idee nuove". E anche le sconfitte non hanno inciso negativamente nel rapporto tra tifosi e squadra perché "il ritorno a un presidente con un cognome che è la storia della Juve ha fatto molto agli occhi dei tifosi. Il resto l'abbiamo fatto noi: andare a scaldarsi sotto la curva è un modo per avvicinarsi... abbattere le distanze è il primo tassello per stabilire un rapporto normale, civile". E in questo filone della predilezione per la conoscenza reciproca e la vicinanza si inserisce l'idea di Del neri di imporre a tutti di far colazione e pranzare a Vinovo tutti insieme: "Una squadra deve creare una comunione per diventare compatta. La Juve è avviata a questo e si vede in campo: per me è più gratificante un abbraccio dopo un gol che non vedere uno schema eseguito bene o un tunnel". Sulla campagna acquisti è in linea perfetta con Marotta: "Non prenderemo tanto per prendere: mantenere l'equilibrio nella gestione è più importante". Nemmeno l'acquisto di una punta da 20 goal a stagione è così fondamentale come sembra: "Dipende da come si gioca... Abbiamo dimostrato di arrivare al gol in molti modi, né vedo tanti attaccanti da 20 gol mentre Quagliarella può superare i 18 senza condizionare il gioco. Non voglio dipendere da una punta che, se manca, mi attacco al tram...". Su Buffon precisa che non ne ha messo in dubbio il primato tra i portieri ma "ho rispetto delle condizioni di salute di chi viene da un'operazione per delle ernie. Il dubbio che risolverò quando riprenderà ad allenarsi con noi è solo sul fatto che stia bene". E Del Piero "lavora e sta al suo posto: con lui dall'inizio abbiamo vinto a Udine e a Milano ma è anche un uomo che può sfruttare l'ultima mezz'ora". E a lui non capiterà come a Ranieri e Ferrara che, andandosene, dissero che Alex era un problema, perché "io intendo restare alla Juve a lungo perciò credo che Del Piero smetterà prima che io lasci. A meno che non voglia proseguire oltre i 42 anni".

Krasic: Capisco già i dialoghi di Pepe. Del Neri? Beh.... - Per Milos Krasic si sta concludendo un 2010 che lui stesso giudica incredibile, con la partecipazione ai Mondiali, il trasferimento alla Juve e la nascita della figlia. Alla Juve si è trovato subito bene, racconta in un'intervista esclusiva a 'Tuttosport', nonostante abbia dovuto ammortizzare la perdita del periodo di riposo, perdita dovuta alla diversità dei calendari tra Mosca e l'Italia: "La differenza con il Cska è evidente: lì, in inverno, c'è la pausa, novembre e dicembre sono mesi liberi. Così in questo periodo mi rilassavo. Un po' di stanchezza c'è, lo ammetto. Ma sono alla Juve, quindi è vietato abbassare la guardia". E' contento della squadra e dell'atmosfera che vi si respira: "Sapevo che l’allenatore era cambiato, che c’erano molti volti nuovi, che bisognava ricostruire un’identità vincente. Il segreto è l’atmosfera tra di noi, il legame che si è creato vivendo insieme". E vive intensamente anche il rapporto con i tifosi, che 'impazziscono' per il suo modo di giocare: "E io mi butto sotto la curva a ogni occasione. Perché i tifosi, sin dal primo momento, mi hanno regalato un supporto strepitoso. E' mio dovere ringraziarli... Prometto ai tifosi che io e tutta la squadra faremo il possibile per continuare a giocare così, a vincere, con ambizione smisurata. Senza di loro non arriveremmo da nessuna parte, sono il dodicesimo uomo in campo". Non si preclude nessun risultato: "Posso dire che siamo una grande squadra, abbiamo dimostrato di possedere le qualità per andare al dunque, passo dopo passo verso il titolo. E vedremo dove arriveremo. Certo che ci crediamo, che ci pensiamo. Dopodiché, la gente ha visto chi siamo: abbiamo i numeri, quelli giusti per tagliare ogni traguardo. E ci auguriamo lo scudetto". Promette di imparare meglio l'italiano: "Dopo Natale studierò ogni giorno con Francesco (il suo insegnante) per migliorare, essere indipendente a breve. Ma già mi lancio e me la cavo abbastanza". E dice di capire anche Pepe, quando fa i suoi lunghi discorsi: "Sì, magari non tutto..." E Del Neri? "Beh..."  Ha tutta la nostra comprensione.

Felipe Melo: Da bidone e fallito ad idolo - In vacanza nella sua casa di Paraty, a metà strada tra San Paolo e Rio de Janeiro, Melo rivela 'Globoesporte' di aver addirittura pensato al ritiro dopo una stagione in bianconero tutta da dimenticare e l'espulsione nei quarti dei Mondiali contro l'Olanda (e conseguenti sconfitta ed eliminazione del Brasile): "Più che i giornalisti, sono stati certi ex giocatori a mettermi contro i brasiliani, con giudizi da falsi moralisti. Così ho pensato alla parte più sudicia del mondo del calcio ed ho pensato anche di smettere". Ma la seconda parte dell'anno lo ha ripagato di quelle amarezze ed ora a chi lo aveva criticato può rispondere così: "Ho accettato una grande sfida e sono tornato. Perché questo è un club vincente, dove si sente il peso della maglia che si indossa. E poi i tifosi mi vogliono molto bene. Dopo un inizio difficile, oggi per loro sono un idolo". Uno dei suoi obiettivi è riconquistare la maglia della Nazionale verdeoro e "laurearmi campione del mondo col Brasile nel 2014"; poi ci sarebbe ovviamente lo scudetto ma "preferisco pensare partita per partita - dice Melo - dobbiamo giocarle tutte come se fossero tutte finali".

Scuole di Calcio Juve negli Usa - Il 2011 potrebbe essere per la Juve, secondo 'Il Sole 24 ore', l'anno dello sbarco negli Usa. Andrea Agnelli e Jean-Claude Blanc, con il supporto dello sponsor Nike, intenzionato a scardinare il predominio Adidas nel campo del merchandising, starebbero progettando di aprire delle academies, in pratica scuole calcio (che sarebbero al contempo fonti di guadagno e vivai di futuri potenziali campioni, im un paese con un bacino di circa 300 milioni di abitanti) a New York (costa orientale), Los Angeles (costa occidentale) e Denver (Colorado, nell'interno degli States), magari affiliando academies già esistenti, anziché aprirne ex novo.. Il progetto, denominato Jss (Juventus Soccer School) consentirebbe inoltre al club di percepire royalties sulla vendita di magliette, scarpe da calcio e altri articoli sportivi prodotti da Nike.

Leonardo è il nuovo tecnico dell'Inter - Come annuncia il sito ufficiale dell'Inter, è Leonardo il tecnico che siederà sulla panchina dell'Inter e guiderà i nerazzurri a partire dal 29 dicembre, giorno in cui riprenderanno gli allenamenti in casa Inter. Leonardo Nascimento de Araujo, 41 anni, che la scorsa stagione aveva guidato il Milan, ha siglato nel tardo pomeriggio un contratto fino al 30 giugno 2012.

Demichelis al Malaga - Martin Demichelis, trentenne difensore argentino sino ad ora in forza al Bayern, ma da tempo con le valigie in mano per la scarsa considerazione che avvertiva nei suoi confronti da parte del tecnico Louis Van Gaal, passa al Malaga, dopo 7 anni a Monaco; in effetti in questa stagione aveva avuto pochissimo spazio: sei presenze e un goal in Bundesliga, due presenze in Champions League. L'accordo prevede la cessione in prestito fino a giugno, poi la possibilità per la squadra spagnola di riscattarne il cartellino per tre milioni di euro.

Simao e Hugo Almeida al Besiktas -Doppi colpo per il Besiktas: dall'Atletico Madrid arriva il trentunenne esterno offensivo Simao Sabrosa: a lui un contratto per due stagioni e mezzo, ai Colchoneros 900.000 euro. Simao, da tre anni e mezzo all'Atletico, vanta 85 presenze e 22 reti nella sua Nazionale. Il club di Istanbul ha poi chiuso anche con il 26enne attaccante portoghese Hugo Almeida, in uscita dal Werder Brema: per lui, che vanta anche 33 presenze e 12 gaol nella Nazionale lusitana, un triennale da circa 2 milioni netti a stagione. Attualmente il Besiktas è al quinto posto nel campionato turco, con 14 punti di ritardo dalla capolista Trabzonspor.

Ibra: Nel calcio non c'è spazio per i sentimenti - Ibrahimovic, autentico girovago del pallone, passato dal Malmö all'Ajax, alla Juve, all'Inter, al Barça ed ora al Milan, intervistato da 'Voetbal International', parla del suo futuro, in questi termini: "Nel calcio che conta non c'è spazio per i sentimenti. Il Barcelona ormai fa parte del mio passato, a Milano sono felice e mi sento nuovamente apprezzato: per come vedo io le cose, questo è l'ultimo mio contratto in un club europeo (con il Milan ha un quadriennale fino al 2014, ndr). Quando finirò, andrò in America, voglio giocare per uno o due anni in una bella città e poi stop".

Maradona porterà Grondona in tribunale: 'Anche lui si drogava' - La guerra tra Maradona e Grondona non accenna a placarsi, ora siamo alla puntata 'Il bue dà del cornuto all'asino', cioè: chi si è drogato di più tra Maradona e Grondona? Tutto discende dal fatto che il numero uno della Federcalcio albiceleste in un'intervista a Fox Sports avrebbe fatto cenno ai problemi del Pibe de oro con la droga:"Non ho intenzione di rispondergli per mezzo stampa: ho già messo tutto in mano agli avvocati, stavolta sarà lui a dover confrontarsi con un giudice. Dice che tutto il mondo sa che è così: lui non lo sapeva quando mi ha fatto firmare il contratto come commissario tecnico? Ribadisco di essere lontano dalla droga e alcol da almeno sei anni, posso sottopormi a tutte le analisi. Grondona si è messo nella peggior posizione possibile: parla dei miei problemi ma dimentica che nello staff tecnico della Nazionale ci sono il ct Batista e il suo assistente Rodriguez che hanno passato quello che ho passato io". E non basta, lo stesso Grondona viene da Maradona accusato di avere lo stesso 'problema': "Grondona è un vecchio rimbambito. Va tre volte all'anno in una clinica svizzera, quando se ne andrà assieme a Bilardo, e manca poco, avrò la speranza di tornare a fare il ct. In Italia José Altafini mi ha raccontato che quando si giocò Milan-Estudiantes per l'Intercontinentale Bilardo era drogato fradicio: in quel periodo non c'erano i controlli antidoping. Se aggiungiamo anche lui siamo a tre persone nello staff federale con problemi di droga".


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