Moratti: C'è volontà di colpirci. Nicchi: Via dal calcio chi non si fida!

News, 9 aprile 2013.

Iniziata la preparazione dei bianconeri in vista del Bayern. Juve-Bayern sarà arbitrata dallo spagnolo Carballo. Dal sito dell'Inter Bonolis accusa: Il Milan vuole essere portato in Champions League, sono decisioni sicuramente prese a tavolino. Il Milan risponde piccato a Bonolis: Parole infondate e di eccezionale gravità. Moratti rincara la dose: Non ho cambiato idea. c'è una volontà di colpire. Pulvirenti respinge la malafede e condanna la tribuna d'onore di Firenze; ma ai tempi di Catania-Juventus vedeva le cose un po' diversamente. Abete: La buona fede c'è e Moratti deve crederci. Nicchi: Chi non ha fiducia negli arbitri non può fare calcio.

A Vinovo sono iniziate le prove anti-Bayern - Tornati a Vinovo dopo il giorno di relax goduto domenica, i bianconeri hanno lavorato in funzione della sfida di domani sera contro il Bayern, sotto la guida di Conte e sotto gli occhi attentissimi di Nedved e Paratici. Quanto alle scelte di Conte, il trio di difesa sarà quello titolare (Barzagli, Bonucci e Chiellini), a centrocampo Pogba, sostituto dello squalificato Vidal) affiancherà Pirlo e Marchisio. Sugli esterni dovrebbero giostrare Asamoah e Padoin (al posto dello squalificato Lichtsteiner); in attacco accanto a Vucinic Quagliarella sembra in vantaggio su Matri. Senz'altro, oltre a Giovinco, non sarà disponibile Anelka, che ieri non si è nemmeno allenato a causa di un fastidio al polpaccio sinistro.

Juve-Bayern: arbitra Carballo - Sarà il 42nne ingegnere spagnolo Carlos Velasco Carballo l'arbitro designato per il ritorno dei quarti di finale di Champions League tra Juventus e Bayern Monaco. Assistenti di linea Roberto Alonso e Juan Yuste, quarto uomo Roberto Diaz Perez del Palomar, arbitri di porta Carlos Gomez e Carlos Del Cerro.
Carballo non ha mai arbitrato la Juventus e l'ultimo suo precedente con una squadra italiana risale alla passata stagione, all'andata degli ottavi di Champions che vide il Napoli al San Paolo superare 3-1 i futuri campioni d'Europa del Chelsea, che avrebbe poi ritrovato nella per loro fortunata finale di Monaco, dove Carballo era quarto uomo nella 'squadra' diretta dal portoghese Proença. Internazionale dal 2008, nel 2011 aveva anche diretto la finale di Europa League (tra Porto e Braga).

Bonolis: Decisioni prese a tavolino per portare il Milan in Champions League - "Quando l'Inter sarà completamente disinnescata allora i rigori ce li daranno. Non si può credere in buona fede arbitri, è tutta una commedia". Così veniva introdotta, sul sito ufficiale dell'Inter, l'esternazione di Paolo Bonolis: "Il pretesto ormai è chiaro, ci deve essere una sceneggiatura scritta che prevede un finale, quello del Milan che ha fatto investimenti e che vuole essere portato in Champions League. E' una commedia. E' palese. Sono decisioni che sono sicuramente prese a tavolino. Quando l'Inter sarà completamente disinnescata i rigori ce li daranno. L'importante è disinnescare tutto quello che potrebbe compromettere il progetto di partenza di questa gigantesca commedia che vuole l'epilogo che ho detto. Le altre squadre sono comprimarie di scena, la sceneggiatura è già stata scritta, sappiamo chi è l'assassino, chi è il vincitore, chi è il perdente. Io non ho mai sentito in tanti anni Zanetti protestare: l'ho sentito protestare per Iuliano, per questa domenica e per l'episodio di Cassano con la Juve non segnalato dal giudice di linea. Ti scatta una malinconia che ti porta al disincanto. Ti disinnamori del meccanismo. Ci sono interessi talmente grandi che figurati se alcuni manipolatori non se ne impossessano. Io se fossi il presidente Moratti manderei in campo la Primavera. Non puoi più credere nella buona fede degli arbitri, è tutta una commedia. E' talmente plateale che ormai devi proprio chiudere gli occhi per non vedere che dei rigori grossissimi ci vengono negati e altri inesistenti ci vengono dati contro. Questo ti immalinconisce".
Parole pesanti, che sottendono scenari inquietanti, decisioni prese a tavolino per disinnescare l'Inter e favorire il Milan 'che ha fatto investimenti e che vuole essere portato in Champions League'. Certo, fa un po' specie sentirlo dire, perché torna subito alla mente l'affaire Recoba', in merito al quale Franco Carraro, all'epoca presidente Figc, stando ad una dichiarazione di Franco Ordine, ebbe a dire in Consiglio Federale "Non posso retrocedere l’Inter per il 'caso dei passaporti' perché Moratti ha investito 600 milioni nel calcio".
Sono comunque dichiarazioni molto gravi: ufficiali? Formalmente no, perché 'firmate' da Bonolis, uomo di spettacolo e non tesserato; e lo stesso Moratti, davanti ad una domanda dei giornalisti in merito, gli ha ovviamente ripassato la palla ' Chiedete a lui'.
Gliene hanno chiesto conto sia SkySport24 che Antenna3, e Bonolis ha ribadito le sue convinzioni; d'altronde lui mica può essere deferito...

Il Milan risponde a Bonolis - Alle 14.17 erano apparse sul sito dell'Inter le esternazioni di Bonolis e alle 15.55 sul sito del Milan compariva il gelido comunicato di risposta del club rossonero: "Le dichiarazioni di Paolo Bonolis, rese a Inter Channel e diffuse dal sito ufficiale dell’Inter, oltre che prive di qualsiasi fondamento, appaiono di eccezionale gravità".

Moratti rincara la dose - Se le dichiarazioni a caldo dell'immediato post partita sull'assenza di buona fede nel trattamento riservato all'Inter potevano apparire frutto di un sfogo da frustrazione per la partita gettata in malo modo alle ortiche, Moratti il giorno dopo fuga ogni dubbio e ribadisce quanto espresso la sera precedente: esiste una volontà di colpire l'Inter, comunque; non sono più errori, come dovrebbe essere nel Nuovo Calcio Pulito post Calciopoli, ma si tratta di atti intenzionali volti a danneggiare i nerazzurri. "Non ho cambiato idea - ribadisce - non ho cambiato idea. Non credo proprio di dover spiegare meglio, basta vedere come sta andando questo campionato e soprattutto nei nostri riguardi: quando c'è una volontà di colpire comunque lo si fa. Nel dubbio il rigore su Rocchi non si dà, nel non dubbio, perché non è esistito niente, il rigore contro di noi si dà e comunque sono ventun giornate che non vediamo un rigore. Le parole di Bonolis? Beh io non sono Bonolis, risponderà Bonolis al Milan: ognuno può avere la sua opinione, come io ho la mia sul fatto del danneggiamento costante e lui può avere quella, in un Paese libero si possono dire queste cose Schierare la squadra Primavera? No, aiutare ancora di più no".
Vedremo se questa volta il deferimento arriverà in tempo utile o se si attenderà che su tutto ciò cali, prima o poi, una benefica prescrizione.

La memoria corta di Pulvirenti - Sulle polemiche scaturite dagli eventi della domenica calcistica non ha mancato di far conoscere la sua opinione il presidente del Catania (e consigliere federale) Antonino Pulvirenti.
Si è cominciato con gli strascichi di Inter-Atalanta: "Qualcosa di brutto c’è stato, a noi è accaduto altre volte e ora piange qualcun altro, però non è bello. Il rigore contro l’Inter? Parliamo di corda in casa dell’impiccato, a noi è successo il più grande scandalo calcistico di sempre contro la Juventus, il più grande errore nella storia del calcio. Queste cose a confronto mi sembrano normali. C’è da dire che siamo arrivati alla fine del campionato, gli obiettivi sono vicini e le polemiche aumentano. L’arbitro di Inter-Atalanta ha visto così e non mi sembra ci sia nulla di scandaloso. Moratti ha parlato di malafede? Non sono d’accordo con quello che ha detto il presidente dell’Inter, non credo ci sia malafede da parte degli arbitri e se lo dico io… la malafede lasciamola perdere, c’è la rabbia perché hai perso la partita, tutto qua".
Peccato in occasione del 'più grande errore della storia del calcio' (ma di Iuliano-Ronaldo e d'er gò di Muntari che ne facciamo?), le sue dichiarazioni fossero di tutt'altro tenore: "E' la morte del calcio. Qui non è sudditanza psicologica, c'è qualcosa di più sicuramente, questa è di più, è vergogna pura. Cosa dobbiamo fare noi per poter giocare contro la Juve? Ditecelo, io pensavo che certi tempi fossero finiti, evidentemente non lo so cosa sta succedendo".
Poi si è passati a quanto successo in tribuna d'onore a Firenze: "La cosa secondo me più brutta è l'aggressione che ha subito il Milan, Galliani, in tribuna d'onore: questa è una cosa che francamente deve far riflettere tutti. C'è questa aggressività... individuando poi in un presidente di una squadra di calcio chissà che cosa... In tribuna d'onore di solito dovrebbe esserci gente abbastanza tranquilla, soprattutto la società deve tutelare la squadra e la dirigenza avversaria e questo mi pare che a Firenze non è successo, non è bello sicuramente". Sulla versione della Fiorentina secondo la quale Galliani avrebbe addirittura litigato con un bambino è deciso: "Non ci credo neanche se... non ci credo... Ma è una cosa assurda, è una cosa folle. Galliani è una persona serissima, una persona perbene, ma manco se la sogna una cosa di questo genere. Una fesseria".
Anche qui Pulvirenti dimentica qualcosa, il trattamento che la 'sua' tribuna di Catania ha riservato ai dirigenti bianconeri capitanati da Beppe Marotta, l'omologo bianconero del Galliani rossonero, come lo stesso Marotta ebbe a raccontare a SkySport, parlando degli "epiteti che ci hanno riservato nel corso della domenica". Quali epiteti? "Gli epiteti che ci hanno riservato in tribuna, un epiteto su tutti: 'ladri'' E tanti altri. Quindi evidentemente questo poco confà con i doveri delle società e anche quello che ci si aspetta da questo gioco, che comunque è un fenomeno sociale e come tale ha una valenza molto importante in termini di educazione, di rispetto, di fair play, quello che volete. Quindi noi abbiamo dovuto anche subire queste cose per un errore arbitrale, uno dei tanti errori arbitrali che si vedono su tutti i campi sia in Italia che all'estero". La stessa situazione di Firenze, ma non ci pare proprio che la dirigenza bianconera sia stata rispettata e tutelata dagli attacchi di quella 'gente abbastanza tranquilla'.

Abete replica a Moratti - "Moratti non crede alla buona fede? Dovrebbe crederci tranquillamente anche lui - ha detto il presidente della Figc, Giancarlo Abete, a margine della margine della presentazione del Premio 'Enzo Bearzot' - l'errore dell'arbitro c'è e ci può essere, come quello di calciatori della nazionale. Come l'errore di fronte alla porta di un calciatore di qualita", in riferimento all'errore finale di Ranocchia. "L'Inter ha vissuto una situazione negativa collegata a un rigore concesso che non doveva essere concesso ma la buona fede c'è da parte del mondo arbitrale - ha proseguito Abete. - La critica ci sta tutta, ma non è un problema collegato alla buona o cattiva fede. Mi sembra che anche il presidente Moratti in un'intervista di tempo fa rappresentava, in merito alle problematiche di alcune decisioni arbitrali, la critica in merito a queste decisioni ma non le collegava a nessuna fattispecie che non sussiste. Ci sono degli errori, alcune volte accadono in momenti complessi della vita di una squadra, parliamo di un rigore che ha portato l'Atalanta a ridurre lo svantaggio dal 3-1 al 3-2 con tutta una evoluzione successiva della partita. Questi errori dispiacciono in primis al mondo arbitrale e alla federazione". E ha concluso: "Come si è visto nei quarti di finale di Europa League, la Lazio ne sa qualcosa, l'errore da parte dell'arbitro c'è e ci può essere, come può esserci l'errore di un giocatore di qualità della Nazionale, di fronte alla porta". Sull'eventualità di un deferimento del presidente nerazzurro a seguito delle esternazioni di ieri è stato cauto: "Questa è una valutazione che sarà fatta da chi di competenza, però dobbiamo distinguere il giudizio dalla qualità delle persone e il clima. Le posizioni possono essere più o meno condivisibili e possono essere oggetto di sanzione o meno. L'importante è che al di là delle amarezze legittime, ci sia la convinzione che non c'è alcun motivo di non avere il massimo rispetto per tutte le squadre".

Nicchi: Chi non ha fiducia negli arbitri non può fare calcio - Molto meno soft il presidente dell'Aia Marcello Nicchi nel replicare alle polemiche arbitrali scatenate dalle reazioni nerazzurre all'arbitraggio di Gervasoni in Inter-Atalanta: "Gli arbitri sono atleti, che sbagliano come tutti. Una cosa è certa al 110%: la loro assoluta buona fede. Chi non ha fiducia nelle componenti federali non può fare calcio". Infatti "l'errore dell'arbitro c'è, come quello dei calciatori, ma la buona fede c'è da parte del mondo arbitrale. Non c'è da aggiungere altro alle parole del presidente Abete - ha concluso- perché sulla buona fede non ci sono assolutamente dubbi. Se qualcuno non avesse fiducia negli arbitri, significa che non ha fiducia nel calcio".


Foto Gallery