Conte: serve ancora tempo, bisogna fare di necessità virtù

News, 11 aprile 2013.

Conte a Sky: Ci siamo svegliati dal sogno, bisogna crescere, ma serve tempo. Conte in conferenza stampa: Bisogna fare di necessità virtù, dobbiamo lottare contro superpotenze economiche; eppure in Italia si pensa soprattutto alle polemiche, alle fesserie, alle puttanate. Marotta: La mancanza di competitività non riguarda solo la Juve, riguarda tutto il calcio italiano, anzi l'Italia come Paese. Pogba: Adesso sono più forti loro, la prossima volta vogliamo essere pronti. Buffon: Usciamo senza rimpianti, pensavamo di potercela giocare proponendo il nostro calcio, ma non è stato così, ci sono stati superiori in tutto.

Conte: Ci siamo svegliati dal sogno, serve tempo - Intervistato nel dopo-partita di Sky, Antonio Conte ha fatto chiarezza sulle risposte che questa partita gli ha dato, soprattutto in relazione al gap tra le due squadre. Dov'è la Juve? "Siamo al punto che ci immaginavamo. C'è sicuramente tanto lavoro da fare, c'è sicuramente bisogno di tempo per crescere in Europa, ma questo già lo sapevamo. Ho fatto i complimenti ai ragazzi perché hanno fatto secondo me qualcosa di bello, di straordinario, di importante, in diciotto mesi essere riusciti a tornare a vincere in Italia e ad essere tra le prime otto d'Europa, quando solo due anni fa non si era neanche partecipato all'Europa League. E' inevitabile che a nessuno piace perdere, però bisogna riconoscere quando si affrontano squadre molto più forti. Col Bayern, una società sempre presente in Champions, che ha fatto due finali negli ultimi tre anni e punta a centrare questo obiettivo, per forza ci doveva essere un grosso gap".
Ha poi spiegato le difficoltà incontrate dai suoi nel corso della partita: "Il Bayern è molto forte non solo nella qualità dei singoli, perché ha giocatori in grado di saltarti in pressing di due uomini, non solo di uno: Ribéry, Robben, Mandzukic, Müller tengono botta su tutte le palle. Diventa difficili pressarli quando gli avversari non si scompongono, ti saltano e creano la superiorità, noi abbiamo fatto tutto quel che si poteva fare, vanno fatti i complimenti ai ragazzi e ai tifosi perché è stato molto bello il riconoscimento che hanno dato a questi ragazzi che in soli 18 mesi hanno ridato lustro e orgoglio al tifoso juventino. Ci siamo svegliati da questo sogno, e ora cerchiamo di concentrarci sul campionato per cercare di centrare l'obiettivo".
Ad una domanda di Vialli sulla possibilità di un 4-3-3, la risposta è stata netta: "Io il 4-3-3 l'ho dovuto mettere in soffitta nel momento in cui si è fatto male Pepe, che si è fatto male prima della Supercoppa di agosto; ed era l'unico nostro giocatore che ci consentiva questo tipo di soluzione. A gennaio non c'erano tanti soldi, abbiamo cercato di sopperire all'assenza di Asamoah (e di un centrale difensivo) prendendo Peluso".
Lodi al Bayern: "Alla fine i miei ragazzi erano stremati perché abbiamo giocato contro una squadra veramente molto forte, non solo a livello qualitativo, ma strutturata anche fisicamente, tutti ragazzi da 1,88 in su, che corrono tanto, che hanno un'età media di 23 anni e quindi il Bayern Monaco sarà lì in testa con le big europee per tanti tanti tanti anni".
E sull'evoluzione della situazione, in base a quanto emerso dal confronto con la corazzata Bayern: "Io non mi aspettavo né più né meno, ho sempre detto che il Bayern per noi era un'opportunità per capire, per vedere dove siamo in questo nostro percorso e quanto siamo distanti; è inevitabile che ci vuole del tempo. Se dopo diciotto mesi pensiamo che con soli due acquisti vinciamo la Champions siamo dei fenomeni. Per i miracoli noi ci siamo già attrezzati l'anno scorso vincendo il campionato, ci stiamo attrezzando quest'anno cercando di rivincerlo, però non è che dall'oggi al domani, mettendo la mano in tasca, eventualmente ci fossero anche dei soldi prendi e vinci subito. Ci vuole tempo, sappiamo da dove arriviamo, se ci sarà pazienza bene, altrimenti si rischierà solamente di distruggere il giocattolo mettendo fretta. Da parte mia , della società è dei ragazzi c'è tanta voglia di lavorare e lo stiamo dimostrando, ma da lì dire che con due o tre innesti vinci la Champions, mi sembra semplicistico, riduttivo e ingiusto nei confronti di questi ragazzi".
Video dell'intervista di Conte a Sky (da Superfly, TifosiBianconeri.com)

Conte in conferenza stampa: Bisogna pensare di più all'aspetto sportivo e meno alle puttanate - In conferenza stampa si presenta un Antonio Conte non certo felice (quando non vince non lo è mai), ma sereno perché consapevole che si è fatto il massimo ma "il Bayern, l'ho detto dall'inizio, sarebbe stato un'opportunità per valutare dove siamo, cosa manca, quanto manca, quanto tempo ci vorrà per cercare eventualmente di tornare dove eravamo un tempo, ma un tempo tanti, tanti, tanti anni fa. In questo tempo in cui noi siamo mancati, sono cresciute delle potenze imponenti, mi riferisco al Real Madrid, al Barcellona, al Bayern Monaco, al Manchester United, al City, al Paris Saint-Germain, tutte squadre che hanno le potenzialità economiche ed il tempo di costruire le proprie corazzate. Noi in Italia è un momento che stiamo facendo di necessità virtù. Dobbiamo fare di necessità virtù, lo sappiamo. Bisogna avere pazienza, non bisogna essere presuntuosi, non bisogna pensare di stare chissà dove. E' un momento in cui bisogna lavorare con quello che si può. I campioni ce li comprano, noi facciamo difficoltà a comprare i campioni delle altre squadre, che per di più non vengono, preferiscono andare in Germania, in Inghilterra, in Spagna. Quindi, bisogna avere l'umiltà di capire che è un momento in cui bisogna lavorare a testa bassa e cercare di arrivare ai livelli dove eravamo. Io in questo momento non vedo prospettive di vittoria per una squadra italiana da qui per parecchi in Champions League. Per nessuna squadra italiana".
Eppure la Juventus sta facendo il possibile per crescere, fuori e dentro il campo: "E' inevitabile che bisogna crescere in tutto, sul campo, come fatturato, perché se cresce il fatturato c'è più disponibilità. E da questo punto di vista penso che la società si stia muovendo in maniera importante, con il fatto che abbiamo costruito lo stadio, ci stiamo muovendo a 360°. Noi più che lavorare non possiamo fare. Io penso che la macchina la stiamo tirando a manetta, siamo col pedale schiacciato a fondo; più di questo che stiamo facendo, io sinceramente ... stasera vado a casa molto sereno e dico: 'Antonio, complimenti, complimenti ai ragazzi', e glieli ho già fatti, perché più di questo... per i miracoli ci stiamo attrezzando. Ci siamo attrezzati l'anno scorso, perché abbiamo vinto lo Scudetto, ci stiamo attrezzando quest'anno, forse rivincendo lo scudetto, anche se ancora non l'abbiamo vinto; ci siamo attrezzando facendo i miracoli e arrivando quarti. Capisco le tradizioni, ma voltarsi indietro a volte fa male. Noi e non solo noi siamo in questo momento, è il calcio italiano che sta in questo momento, in cui dobbiamo far fronte a super potenze europee che sono nettamente più avanti di noi. Di questo non ci dobbiamo vergognare, dobbiamo solamente capire che bisogna lavorare e bisogna capire che ci vorrà del tempo".
Ma è tutto l'ambiente del calcio italiano, in senso lato, che deve cambiare, perché al momento la lotta con le corazzate europee è impari. Invece da noi si bada alle polemiche e alle frivolezze: "Se volete che vi si racconti la fantasia, io sono qui e dico: sì, ci vorranno due-tre anni e poi tutti quanti, noi, Inter, Milan, Napoli, possiamo vincere la Champions. Io parlo e vi dico per quello che vedo in Italia e per quello che vedo in Europa. Quello che vedo in Europa mi allarma, perchè dico: mamma mia, mamma mia. Io faccio un'altra considerazione: quando noi abbiamo vinto la Champions League con la Juventus di Lippi il primo anno, la squadra più forte era l'Ajax, la l'Ajax puntava sui giovani. L'Ajax adesso non c'è più, non esiste, perché c'è il Real Madrid, c'è il Bayern Monaco, c'è il Barcellona, c'è lo United, c'è il City, sono superpotenze economiche, con fatturati e budget di 450 milioni, che arrivano sul mercato, li mettono e prendono i migliori. Ed è una corsa naturalmente con uno che ha una cilindrata a tremila, mentre l'altro ha una cilindrata più bassa; non è una corsa alla pari, è impari. Allora noi dobbiamo cercare di fare di tutto per cercare di aumentare questo budget, questo fatturato, ma in Italia secondo me da un po' di anni ci interessa più la polemica sulle cose futili, piuttosto che andare a vedere dove migliorare, dove crescere, sia sul campo che extracalcistico. Invece a voi interessa se uno manda a quel paese quello, se io gli tiro uno scappellotto, per quale motivo glielo ho dato, se quello si è arrabbiato o non si è arrabbiato. E non pensiamo alle cose serie. Le cose vere sono che il calcio in Italia, in questo momento, è fermo. Da quanto tempo è che non facciamo una finale in Europa? L'ultima l'ha fatta l'Inter se non sbaglio? Una semifinale? Queste sono le domande vere che uno si deve porre e dire: dove siamo? Cosa stiamo facendo? Non dire, ma alla Juventus quanto manca? Non alla Juventus, quanto manca al calcio italiano, ai club italiani per tornare ad essere competitivi? Ma tutti non stiamo facendo niente perché ci interessa la polemica. Ci interessa che cosa ha detto quello all'arbitro, ci interessa se un calciatore è uscito con la soubrette... questo ci interessa. mi dispiace, ma è questa la verità. poi sei io vi devo raccontare fesserie... Non voglio essere drammatico, vi dico la realtà dei fatti, poi fate le vostre considerazioni. Poi ci saranno i giornali che faranno la morale come al solito, però a me non me ne frega niente, perché io vado avanti dritto con le mie idee, vedendo le cose reali e irreali. La cosa reale è che noi siamo competitivi nel campionato italiano e ce la possiamo giocare insieme al Milan, all'Inter. Le cose reali sono che i club italiani in questo momento non sono competitivi per giocare a certi livelli in Europa, mi dispiace, ma è la verità. Che dobbiamo fare? Lavorare, lavorare e cercare di crescere. Cerchiamo in questa crescita di aiutarci tutti, calciatori, addetti ai lavori, giornalisti, cercando di dare più valore all'aspetto sportivo e meno alle fesserie, alle puttanate".

Marotta: Il gap non solo della Juve, ma del calcio italiano e dell'Italia in generale - Beppe Marotta inizia la sua intervista nel dopopartita Sky con un ringraziamento ai tifosi che hanno applaudito la squadra nonostante la sconfitta e l'eliminazione: "Il saluto dei tifosi è ben gradito è rivolto soprattutto al lavoro dei giocatori e dell'allenatore e dello staff. Noi abbiamo cominciato nel maggio 2010 la nostra avventura come dirigenza, e avremmo messo la firma all'epoca per essere qua, ai quarti di Champions League contro una squadra così forte con già uno scudetto vinto l'anno scorso. siamo in fase di crescita e abbiamo giocato contro una delle prime tre squadre in Europa per quanto hanno dimostrato in questi anni. Noi dobbiamo crescere nel tempo. Questo è un punto partenza, sicuramente ci vogliamo rinforzare per questi obiettivi. Sono qui per ringraziare la società e Antonio Conte, ci tenevo a dirlo".
E per marcare quello che è ora il gap tra Juve è Bayern si appella ai luoghi comuni e ai massimi sistemi: "Il calcio italiano non è più in prima fila come anni fa, non è riduttivo dire che in Bundesliga ci sono 18 squadre e il Bayern vinto scudetto da tempo dedicandosi a questo impegno con maggior tranquillità. Non è riduttivo per elogiare una società che ha messo una straordinaria continuità con un management solido e che ha costruito un gruppo solido, privo di prime donne ma con un gioco importante che gli ha permesso di raggiungere grandi obiettivi. Questo ci riporta ad una valutazione di casa nostra, del fenomeno italiano. Oggi, ad esempio il potere d'acquisto del Bayern e il fatturato sono il doppio del nostro, delle squadre italiane, per cui capite che dal punto di vista economico loro si possono permettere uno Javi Martinez da 40 milioni in contanti, operazione in questo momento utopistica per noi italiani. Dobbiamo trovare la forza per ridiventare competitivi come nazione, non a casi il nostro ranking negli ultimi anni ci ha visto retrocedere di qualche posizione; non è quindi solo un fenomeno della Juventus o di altre squadra, ma un fenomeno nazionale. Se il paragone è con la Germania, che credo sia il sistema di riferimento più importante, direi che lo è anche a livello di stato, la Germania è molto più efficiente e solida rispetto alla nostra Nazione e quindi anche in ambito sportivo contano queste cose, l'Italia è fanalino di coda per strutture mentre loro gli stadi hanno strutture molto accoglienti che generano non solo una grande flusso di spettatori ma anche un flusso di ricavi molto importante attraverso la commercializzazione. Piano piano dobbiamo risalire la china. per quanto ci riguarda noi nel 2010 eravamo partiti da un punto in cui bisognava rifondare la società, ci vuole evidentemente tempo ma noi stiamo andando rapidi".

Pogba: Loro erano più forti, speriamo di essere pronti la prossima volta - Paul Pogba è stato uno dei più positivi in campo, e anche ai microfoni Sky ha dimostrato tutta la sua giovane maturità, riconoscendo l'attuale superiorità degli avversari ma proponendosi un traguardo, quello di essere alla loro altezza al prossimo incrocio: "Abbiamo giocato contro una grande squadra oggi, loro sono più forti di noi, lo abbiamo visto nelle due partite Siamo contenti per la performance che abbiamo fatto stasera, ma abbiamo giocato contro una squadra che stava molto meglio, che aveva più esperienza. Speriamo che la prossima volta che giochiamo contro di loro siamo pronti a vincere. Oggi noi volevano fare goal molto presto, ma loro hanno fatto una grande partita, loro stavano dietro e poi hanno agito in contropiede, poi quando loro hanno fatto goal è stato tutto molto difficile per noi".

Buffon: Non abbiamo rimpianti perché ci sono stati superiori in tutto - Nel post partita è intervenuto ai microfoni Sky anche Gigi Buffon: "Noi non abbiamo rimpianti - ha esordito -perché abbiamo fatto la partita al massimo delle nostre forze attuali però purtroppo non è bastato perché abbiamo incontrato una squadra che in tutta onestà sia sul piano fisico sia sul piano tecnico, sia sul piano dell'esperienza e della convinzione, su tutti i piani, si sia dimostrata superiore a noi".
Poi ha messo una pietra tombale sulla querelle con Beckenbauer: "Le frasi di Beckenbauer non mi hanno disturbato per nulla. L'unico rammarico era che non avevo dato una mano ai miei compagni, ai tifosi e alla Società, per quanto riguarda credo che alla fine molte volte ci prendiamo anche troppo sul serio, ha detto una cosa che poteva anche non dire ma uno magari lo dice a mo' di battuta Beckenbauer, se io avessi pensato che lui avesse avuto ragione me la sarei presa, ma io so da dove vengo e dove voglio arrivare e non me la son presa assolutamente, anzi, ci ho fatto una risata. Non è un grande problema per me. Ripeto, alcune volte ci prendiamo troppo sul serio. Alla fine sono cresciuto in una famiglia di sportivi, le critiche bisogna saperle accettare anche se non ti fanno piacere. Alcune volte mio padre mi chiede se sono ubriaco quando gioco....per cui, dico, ci sta, sono battute che uno fa a caldo, poi è chiaro che come vengono riportate, come vengono enfatizzate... ma non è assolutissimamente un problema per me".
Infine ha chiarito quale si sia rivelato, alla fine, il gap tra Juve e Bayern: "La differenza fra noi e loro sta anche nell'excursus, nel background, alla fine loro negli ultimi tre anni hanno fatto due finali, qualcosa vorrà dire. Hanno giocatori che hanno 80-90 partite in Champions League e in Nazionale, giocano insieme da tanti anni, per cui è chiaro che partono avvantaggiati rispetto a noi, è normale ed è giusto che sia così. Sapevo che erano forti, non pensavo che fossero così forti, questa è una mera constatazione, però è qualcosa che mi sembra giusto per rendere omaggio anche a loro e alla loro forza. Stasera mi hanno impressionato ancora più che a Monaco, perché a Monaco ci poteva essere l'alibi di non aver visto una grande Juve; stasera la Juve ha fatto la Juve, ha fatto quello che ha potuto nel miglior modo possibile e loro realmente sono fortissimi, dai, sono una squadra che può arrivare tranquillamente in finale e vincere. Io avevo la convinzione che pur restando con i piedi saldi potessimo giocarcela alla pari con tutti, anche perché avevamo incontrato una squadra come il Chelsea che quattro mesi aveva vinto la Champions nella finale proprio a Monaco. Avevamo dato l'impressione di poter reggere l'urto proponendo il nostro calcio e le nostre conoscenze, invece devo dire che non è stato così perché abbiamo incontrato una squadra che realmente ha tutte le carte in regola per poter vincere la Coppa".



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