Conte: Chi vince scrive la storia, gli altri leggono e fanno chiacchiere.

News, 15 aprile 2013.

Conte porta a Roma 21 giocatori: mancano Chiellini e Giovinco. Conte: Chi vince scrive, fa storia, gli altri possono fare solo chiacchiere; una sola vince e quella può scrivere, gli altri magari vanno a leggere. Anticipi e posticipi dalla quattordicesima alla diciottesima giornata. Flamini, espulso, salterà la Juve. Non solo 'Primavera': anche Allievi Nazionali e Giovanissimi Nazionali volano. Tommasi (presidente Aic): Non vediamo l'utilità del terzo extracomunitario.

Per Roma con Conte partono in 21 - Sono 21 i giocatori convocati da Antonio Conte per la partita di stasera contro la Lazio: Buffon, Caceres, Pogba, Marchisio, Vucinic, De Ceglie, Peluso, Barzagli, Bonucci, Padoin, Pirlo, Asamoah, Vidal, Giaccherini, Lichtsteiner, Quagliarella, Storari, Matri, Isla, Rubinho Marrone. Come previsto, fuori dunque, oltre ai soliti Pepe e Bendtner il quale, ha detto Conte in conferenza stampa, "sta ritrovando la miglior condizione", anche Chiellini e Giovinco. Il tecnico bianconero non si è sbilanciato né sulla formazione né sull'eventualità di sfruttare il debordante Pogba di questi tempi: "La crescita di Pogba è una crescita importante, esponenziale. Mancano sette partite e quindi non ci sono gerarchie. Chi starà meglio gioca. Se Pogba merita, giocherà. Giocherà chi sta meglio. Domani scenderà in campo chi sta meglio".

Conte: Chi vince scrive la storia, gli altri possono fare solo chiacchiere - Ormai ad Antoino Conte interessa una cosa sola: vincere lo scudetto; dice, da mesi, che ripetersi in Italia non è semplice ed oggi la Juve è vicina all'impresa: Concetti che ha ribadito a chiare lettere in conferenza stampa: "Non ci dobbiamo far distrarre da niente e da nessuno, dobbiamo andare avanti dritti, anche perché c'è un obiettivo che se centrato sarebbe qualcosa di meraviglioso, di straordinario, qualcosa di inimmaginabile se me l'avessero detto un anno e mezzo fa, quando ho fatto la prima conferenza in casa Juve. Non si possono far passare delle cose importanti, come se fosse una cosa naturale, perché vincere non è mai facile. Come ho detto prima, chi vince scrive, fa storia, gli altri possono solo fare chiacchiere. Poi magari tutti sono contenti del campionato fatto, ma alla fine una sola vince. E quella può scrivere. Gli altri magari vanno a leggere". E la Juve vuole scrivere, che siano gli altri a leggere e a fare chiacchiere. E, pur senza voler entrare in polemica, ha risposto a chi gli sottoponeva le osservazioni della critica che ha osservato che col Bayern la Juve ha perso 4-0 e il Milan col Barça 4-2 e dello stesso Galliani che conta i punti degli ultimi 5 anni: "Fatti... quello che conta a casa mia sono le vittorie. Entri nella storia se vinci e scrivi qualcosa, ecco. Poi, i tabellini.... anche noi abbiamo corso più del Bayern, però è passato il Bayern Monaco. A chi gli frega che la Juve ha corso più del Bayern? Quindi... Poi per le statistiche non sono....".
Del resto la sconfitta col Bayern, se certo gli ha recato dispiacere come sempre quando perde, non gli ha però fatto perdere le sue certezze; d'altronde lo aveva detto, sarebbe stata un'esperienza utile a misurare la distanza tra questa Juve, alla seconda stagione del suo percorso di crescita, e le squadre al top in Europa. Nessun ridimensionamento, quindi: "Non penso che usciamo ridimensionati, perché c'è ridimensionamento se qualcuno pensa di essere qualcosa di superiore. Noi siamo stati dimensionati, abbiamo trovato la giusta dimensione in questo momento, abbiamo capito, dobbiamo essere intelligenti, tutti, società, allenatore, calciatori, a capire che c'è sicuramente da lavorare tanto per crescere e per competere per certi traguardi, questo è il succo principale del discorso. Bisogna prenderla in maniera molto serena. Adesso lo sappiamo e quindi dovremmo essere bravi e intelligenti a capire, quando ci muoviamo, dove muoverci, in quale direzione e su che fronte". Ecco, da una sconfitta l'indicazione di un cammino che tutti, nell'ordine società, allenatore e giocatori, dovranno percorrere. Perché ovviamente a Conte questa dimensione sta stretta e occorrerà lavorare per colmare gradualmente questo gap.
A colmarlo dovrà pensare il mercato, su cui ovviamente la parola del tecnico dovrà essere importante; ma per ora Conte di mercato non vuol parlare, per rispetto, come va ripetendo, del gruppo che tante soddisfazioni sta regalando a lui e ai tifosi: "Siamo ad un punto del campionato talmente importante e con un gruppo di giocatori ai quali io dovrò sempre dire grazie per quello che stanno facendo quest'anno, per quello che abbiamo fatto l'anno scorso. Parlare di mercato o di qualche giocatore che forse arriverà alla Juventus, mi sembra veramente irrispettoso, mi sembra poco carino, non elegante nei confronti di ragazzi che veramente mi hanno dato tutto e mi auguro che fino alla fine mi diano tutto. Noi cerchiamo di concentrarci adesso sul presente. Il presente significa cercare di finire nel migliore dei modi questo campionato e ribadisco che questi ragazzi stanno facendo qualcosa di bello e straordinario. Penso che il tifoso juventino questo l'abbia riconosciuto anche mercoledì sera, con questo applauso". E sull'ipotesi di una cessione di Vidal davanti ad un'offerta irrinunciabile: "Io in questo momento non posso prescindere da niente e da nessuno, ho a disposizione un gruppo di ragazzi straordinario che sta facendo qualcosa di bello e di meraviglioso in pochissimo tempo. Se oggi dovessero dirmi, 'rinunci a questo, rinuncerai a quest'altro, non rinuncio assolutamente a nessuno".
Chiusura sulle critiche a Vucinic: "A me dispiace perché si perde da squadra e si vince da squadra, quindi non vince Vucinic e non perde Vucinic, questo che sia chiaro. Ma se ancora dopo un anno e mezzo stiamo ancora a pensare che nella Juventus vinca un giocatore o perda un giocatore, significa che chi vede le partite non capisce niente. Noi vinciamo da squadra e perdiamo da squadra. Quando vinciamo, vinciamo tutti: vincono i calciatori in campo, vince l'allenatore, vince la società, vince l'ambiente, vincono i tifosi; quando perdiamo, perdiamo tutti insieme, perde l'allenatore, i calciatori, la società, l'ambiente e i tifosi. Io mi auguro che sia abbastanza chiaro il concetto, che l'ambiente capisca e che apprezzi quello che stanno facendo questi ragazzi, perché, ribadisco, stanno facendo qualcosa di straordinario e io sarò sempre grato a questi ragazzi".

Anticipi e posticipi - Questo il calendario delle partite dei bianconeri dalla quattordicesima alla diciottesima giornata di ritorno, come stabilito dalla Lega Calcio nel suo comunicato del 9 aprile scorso:
- nella 14ª giornata di ritorno Juventus-Milan si giocherà in posticipo serale di domenica 21 aprile (ore 20.45)
- nella 15ª giornata di ritorno il derby Torino-Juventus si disputerà domenica 28 aprile alle ore 15;
- nella 16ª giornata di ritorno Juventus-Palermo si disputerà domenica 5 maggio alle ore 15;
- nella 17ª giornata di ritorno Juventus-Cagliari sarà l'anticipo serale di sabato 11 maggio (ore 20.45).

Flamini salterà la Juve - Mathieu Flamini, autore del goal dell'iniziale vantaggio contro il Napoli, salterà Juventus-Milan di domenica prossima: il centrocampista francese è stato infatti espulso al 72' di Milan-Napoli per un'entrataccia su Zuniga. Per Balotelli bisognerà invece attendere l'esito del ricorso rossonero.

Bene le giovanili - Dopo la Primavera, anche gli Allievi Nazionali e i Giovanissimi Nazionali hanno fatto appieno il loro dovere: gli Allievi Nazionali di Ivano Della Morte, imbattuti nel girone di ritorno, sono andati a vincere a Grosseto per 2-0 (reti di Donis e di Pellini); a loro volta i Giovanissimi Nazionali di Gabetta si sono imposti per 2-1 (reti di Ciarmela e Morselli) in casa del Valle d'Aosta, conquistando così matematicamente, con una giornata di anticipo, il secondo posto alle spalle del Torino (peraltro castigato in entrambi i derbies stagionali) ed ora si apprestano a disputare le finali.

Tommasi dice no al terzo extracomunitario - Nell'odierna riunione del Consiglio Federale la Lega di serie A presenterà le sue due proposte, quella della possibilità di tesserare tre extracomunitari e quella delle seconde squadre. Ma sulla prima questione è già arrivato un no, previsto, da Damiano Tommasi, presidente dell'Aic (Associazione Italiana Calciatori): "Non vediamo l'utilità del terzo extracomunitario - ha detto alla Gazzetta dello Sport - Acquistare giocatori sul mercato italiano vuol dire mantenere risorse nel sistema interno e assicurare linfa vitale alla serie B e alla Lega Pro che, un tempo, davano parecchi giocatori alla categoria maggiore e ora invece... Noi abbiamo a cuore il calcio italiano, che dai vivai si ramifica fino alla Nazionale. Venti extracomunitari in più non cambierebbero né la qualità né la sostenibilità economica delle società, ma darebbero un segnale negativo. Siamo già diventati un Paese che valorizza i giovani presi da federazioni estere e poi li rivende ai club più ricchi. La Lega di A vorrebbe farci credere che con gli extra Ue si aumenta la competitività del campionato? La stagione 2011-12, quella del ritorno al secondo extracomunitario, è stata una delle peggiori sul fronte europeo. Il terzo extra Ue sarebbe in linea con le politiche degli ultimi anni che hanno impoverito il sistema nazionale. Scelte per cui uno come Insigne fatica a trovare spazio in prima squadra". E, quando si delibererà (e non sarà certo oggi), l'Aic voterà contro; l'Aic è invece favorevole al progetto delle seconde squadre iscritte alla Lega Pro ("Sarebbe serio - dice Tommasi - occuparsi dell'utilizzo dei giovani tra i 18 e i 22-23 anni; i pari età tedeschi e spagnoli accumulano molta più esperienza dei nostri e si vede nelle coppe"); ma la Lega Pro è assolutamente contraria e si dovrà arrivare ad una soluzione di ripiego, un torneo interno che consenta ai club di A di far crescere i loro giovani in casa, invece di mandarli in prestito nelle serie inferiori.


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