L'Inter non risarcirà De Santis per lo spionaggio, ma l'ex arbitro va avanti.

News, 24 aprile 2013.

Secondo il tribunale di Milano Massimo De Santis non ha diritto ad alcun risarcimento da parte dell'Inter per lo spionaggio ai suoi danni: ma l'ex arbitro non si arrende e continuerà a lottare sino alla Cassazione: "E' stata scritta una brutta pagina della giustizia italiana". La Juve ha già iniziato a preparare il derby. Conte e Paratici in tribuna all'Allianz Arena. Asamoah: Qui posso crescere e voglio andare avanti così, ci sono ancora tante cose che posso migliorare. Nicola Ventola prosciolto dal Tnas: annullati tre anni e sei mesi di squalifica. I Giovanissimi Nazionali nei playoff dovranno affrontare la Lazio. Beretta: Troppo difficile l'ipotesi delle seconde squadre; è invece percorribile quella di un torneo riserve o Under 21.

Nessun risarcimento, ma De Santis non si arrende - Il giudice della prima sezione civile del tribunale di Milano, Loretta Dorigo, ha deciso: l'Inter non dovrà pagare alcun risarcimento a Massimo De Santis per l'attività di spionaggio subita dall'ex arbitro nell'ambito della cosiddetta Operazione Ladroni; un'attività che arrivò a coinvolgere anche i suoi familiari e i suoi conti bancari. L'Inter si è dichiarata estranea; anche se lo stesso Moratti, in due interviste, la prima già nel 31 agosto 2005 a Sabelli Fioretti per 'Sette', la seconda a settembre 2006 a Beccantini per 'La Stampa' ammise la 'sorveglianza su De Santis 'Un tizio si offrì di farlo'); anche se Giuliano Tavaroli confermò quanto già emerso dal processo Telecom, e ciè che l'Inter, per bocca di Moratti, aveva commissionato indagini illecite a Tavaroli; e non solo su De Santis, anche su Moggi. Nella relazione difensiva dei nerazzurri si specifica che, qualora fosse stato Facchetti, impegnato nei suoi convegni con Nucini, a commissionare il dossieraggio, l'Inter non c'entrerebbe comunque, perché non era in possesso di alcuna delega a rappresentare il club verso l'esterno; peccato che però Tavaroli abbia dichiarato che il committente era Moratti e Facchetti ne seguì solo gli aspetti operativi. Tutto trascurato: che pare Tavaroli & C avessero agito per conto loro? Ora solo le motivazioni potranno far luce sulle considerazioni che hanno portato a una sentenza di questo tipo. Motivazioni che Massimo De Santis e il suo legale Paolo Gallinelli attendono per proseguire la loro battaglia: che non può finire qui.
E in questo senso si è espresso ieri a Radio Sportiva l'ex arbitro, sconcertato: "E´ una sentenza che mi ha preso alla sprovvista: abbiamo portato tantissime dichiarazioni come fonti di prova ed era chiaro a chiunque che c´era stata una attività illecita di spionaggio. Sono curioso di capire a che cosa è dovuta questa decisione, aspetto le motivazioni: se pedinare una persona e i suoi familiari e controllare i tabulati telefonici è lecito, allora mi chiedo cosa è lecito o no in Italia. L'Inter non si è neanche difesa, ha detto che non c´entrava niente, come se le prove non contassero. E´ stato detto che Facchetti non aveva potere di fare niente, e ciò è molto strano: oggi è stata scritta una brutta pagina per la giustizia italiana. Andremo avanti fino alla Cassazione. C´è un pregiudizio verso di me - ha proseguito - dopo la mia condanna al processo di Napoli, poi si è visto che non ho aiutato la Juventus anzi semmai l´ho fatta perdere: sulle intercettazioni è stato fatto un taglia e cuci di comodo, e si è visto che se si fosse andati fino in fondo tante altre squadre sarebbero state coinvolte in Calciopoli. E´ accaduto tutto ad orologeria: con la stessa serenità con cui sono stato condannato non vengono riconosciute le mie ragioni. Moratti? Sento che si lamenta degli arbitri ma sulla Giustizia Sportiva certo non si può lamentare..."

La Juve pensa già al derby - Già alle spalle il giorno di riposo concesso da Conte dopo la vittoria sul Milan, i bianconeri sono tornati a Vinovo e la buona notizia è che anche Giovinco ha lavorato regolarmente in gruppo e sarà a disposizione per il derby, una gara che assume un significato per chi, come lui e Marchisio, i due giustizieri dei granata all'andata, di stracittadine ne ha combattute tante anche a livello giovanile.
E dunque tutti al lavoro, agli ordini di Conte e sotto lo sguardo attento di Pavel Nedved.

Conte e Paratici all'Allianz Arena - Antonio Conte e Fabio Paratici sono poi volati a Monaco di Baviera dove all'Allianz Arena hanno assistito a Bayern-Barça, andata di semifinale di Champions League. E' finita con un roboante 4-0 per i tedeschi (che hanno praticamente prenotato la finale), in un match che ha in qualche misura rivalutato le due sconfitte bianconere e reso più comprensibile come anche la Juve, e una Juve non al massimo, abbia patito il Bayern; e ha nel contempo fatto capire, semmai ancora ce ne fosse bisogno come, per risultare competitivi contro simili corazzate, occorra essere solidi e forti in tutti i reparti; anche al netto delle assenze.

Asamoah: Posso migliorare ancora tanto - Nel derby di domenica nella Juve giocherà un ex granata: si tratta di Kwadwo Asamoah, che il Bellinzona parcheggiò al Torino per sei mesi, i primi sei mesi del 2008, prima di accasarlo all'Udinese, dove sarebbe iniziata la sua vera crescita che lo avrebbe portato ad essere il giocatore che conosciamo, soprattutto quello visto nei primi mesi di Juve, prima della Coppa d'Africa, che ne ha un po bloccato lo slancio, come lo stesso giocatore ha spiegato in un'intervista a Tuttosport: "La Coppa d’Africa mi ha prosciugato le energie fisiche. E’ una competizione che impegna tantissimo dal punto di vista atletico e quando sono tornato mi sono reso conto di essere molto meno in forma rispetto a quando sono partito. Ora mi sembra di aver ritrovato la forma giusta. E’ stata dura, ma ho lavorato molto a Vinovo. E l’anno prossimo non c’è la Coppa d’Africa". Però lui non si sente un vero e proprio ex: "Al Torino sono stato solamente sei mesi. Ero appena arrivato in Italia, non avevo ancora vent’anni e non sapevo una parola d’italiano. E’ stata abbastanza dura, perché l’allenatore mi parlava e io il più delle volte non capivo... Non ho giocato nemmeno una partita, ho fatto qualche panchina e spesso ero in tribuna". Poi l'Udinese e infine la Juve: "All’Udinese ho imparato tante cose e anche quando sono arrivato alla Juventus ho continuato a imparare: non è una maglia facile quella della Juventus, pesa sulle spalle, ma devo dire che tutti mi hanno aiutato e l’ambientamento non è stato difficile. Qui puoi crescere se hai voglia di imparare e intendo andare avanti così, ci sono ancora tante cose che posso migliorare". Ed ora si appresta a vincere il suo primo scudetto: "Noi pensiamo al derby che vogliamo vincere, ma non al fatto di vincere anche lo scudetto. Il derby è una partita difficile e richiede la massima concentrazione. Lo scudetto è lì, ci stiamo avvicinando, ma non conviene pensarci finché non lo abbiamo vinto. Questa è stata la nostra filosofia finora, perché cambiarla adesso? Non mi fate dire altro, se no Conte si arrabbia!"

Lo smontificio del Tnas assolve Ventola - Continua l'opera demolitrice del Tnas ai danni del castello costruito da Palazzi sul calcioscommesse. Così ieri il Tnas: "Il Collegio Arbitrale (Avv. Aurelio Vessichelli, Presidente; Avv. Enrico De Giovanni e Avv. Dario Buzzelli), della controversia tra il Sig. Nicola Ventola nei confronti della Federazione Italiana Giuoco Calcio, ha emesso il lodo arbitrale. Questo il testo del dispositivo: “Il Collegio Arbitrale definitivamente pronunciando, disattesa ogni contraria domanda, istanza ed eccezione: 1. in accoglimento dell’istanza proposta in data 2 agosto 2012 (prot. 1931 – 625) dal Sig. Nicola Ventola , annulla la sanzione della squalifica di anni tre e mesi sei , irrogata dalla Corte di Giustizia Federale a carico della parte istante; 2. dichiara assorbita ogni ulteriore domanda; 3. dispone l’integrale compensazione delle spese di lite; 4. pone a carico della FIGC il pagamento degli onorari del Collegio Arbitrale, liquidati come in parte motiva e il rimborso delle spese documentate sostenute dal Collegio Arbitrale, nella misura che sarà separatamente comunicata dalla Segreteria del Tribunale Nazionale di Arbitrato per lo Sport, oltre IVA e CPA come per legge; 5. pone a carico della FIGC il pagamento dei diritti amministrativi; 6. dichiara incamerati dal Tribunale Nazionale di Arbitrato per lo sport i diritti amministrativi versati dalle parti. Così deciso, a maggioranza e con il dissenso dell’arbitro Avv. Dario Buzzelli”. Nicola Ventola, come da richiesta della Procura federale, era stato squalificato per tre anni e sei mesi dalla Disciplinare, condanna confermata dalla Corte di Giustizia Federale. Secondo il pentito Gervasoni avrebbe contribuito alla combine della gara di Coppa Italia, il 30 novembre 2010, tra Chievo e Novara, finita 3-0 per i padroni di casa. Il giocatore aveva da subito negato ogni addebito, affermando di non aver contribuito a nulla e di non essersi accorto di nulla di anomalo e si era infuriato perché, orami ritiratosi dall'attività per i troppi guai fisici, era stato danneggiato dalle accuse si Scommessopoli nella sua nuova attività di commentatore.

Ai Giovanissimi Nazionali tocca la Lazio - I Giovanissimi Nazionali bianconeri, allenati da Gabetta, conclusa la regular season al secondo posto del Girone A (dietro al Torino; con 21 pareggi 4 pareggi e una sola sconfitta, 89 goal fatti e 14 subiti), hanno conosciuto il loro primo avversario dei playoff, la Lazio che ha concluso al terzo posto del Girone F (dietro Roma e Ascoli); l'andata è in programma il 12 maggio in trasferta, il ritorno il 19 in casa. Qualora superassero questo ostacolo i bianconeri, per conquistare il diritto di entrare nelle Final Eight di Chianciano Terme dovrebbero affrontare la Vincente tra Lecce (prima del Girone G) e Siena (quarta del Girone E).

Beretta: Troppi problemi per le seconde squadre, ci sarà probabilmente un campionato riserve - Intervenuto negli studi di Sky Sport 24, il presidente della Lega si Serie A Maurizio Beretta ha affrontato, tra gli altri problemi, quello delle seconde squadre; e l'ipotesi gli pare poco percorribile, mentre più agevole appare l'organizzazione di un campionato riserve: "Sono due meccanismi diversi: il campionato delle riserve, anche se il termine non mi piace, penso più a un campionato Under 21, è un problema che può essere, con l’autorizzazione della Federazione, sufficientemente facile da realizzare, perché è sostanzialmente nelle mani della Lega e delle sue società. Diversa è l’idea di poter iscrivere le seconde squadre delle squadre di A in campionati diversi, perché servirebbe l’assenso vincolante della Lega di competenza e una forte maggioranza in Consiglio Federale. Ad oggi queste cose non ci sono. Se noi pensiamo a un campionato Under 21, fatto dalle società di Serie A, un campionato autonomo che si aggiunge alle competizioni esistenti e non va a inserirsi in quelle che ci sono oggi, io penso che sia a portata di mano e lo possiamo fare. C’è un interesse e la disponibilità delle società e credo che su quello non dovremmo avere particolari problemi, dal punto di vista del consenso a livello federale. E certamente non li avremo il giorno in cui si deciderà di andare in questa direzione, non avremo problemi organizzativi perché siamo in grado di metterlo in piedi senza troppi problemi".
Un altro tema è stato quello degli stadi di proprietà: "Gli stadi di proprietà rappresentano una differenza abissale nel modello di business delle società, nelle capacità di fidelizzazione rispetto ai tifosi, rispetto a chi vuole andare allo stadio, ampliano il mercato potenziale, perché aprire gli stadi ai giovani, ai bambini, alle famiglie è anche un investimento sul futuro. Basti dire che in Germania, così come in Inghilterra, gli stadi rappresentano all’incirca un terzo dei ricavi medi delle società e in Italia siamo alla metà di quel terzo, quindi siamo a circa un sesto. Questo, da un lato, rappresenta un territorio fertile su cui operare: il giorno in cui avessimo stadi di proprietà, le società italiane, a differenza di altre che hanno già quel modello consolidato, potrebbero avere una crescita di ricavi importante, ma è ovvio che in questi anni e ripetendosi anno dopo anno questa situazione comporta un gap, una penalizzazione di partenza sempre più forte per le società italiane rispetto a quelle inglesi, tedesche e spagnole. Come dimostrano i casi di Juventus e Udinese, è possibile farcela da soli. Non è quello che è successo nel caso specifico in Germania, Inghilterra o Spagna, dove comunque sono state investite risorse pubbliche importanti. Noi non abbiamo mai chiesto, perché siamo consapevoli del quadro di finanza pubblica, interventi finanziari a sostegno delle società, ma un quadro certo che consenta tempi, snellimento delle regole e compensazioni per quanto riguarda l’investimento. Crediamo che sia tuttora una ricetta valida e proponibile per la situazione nella quale ci troviamo. Nella scorsa legislatura siamo andati a un passo dal chiudere con l’approvazione definitiva, speriamo che questo percorso riprenda rapidamente con la nuova legislatura".


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