Pirlo racconta: Facciamo paura, di nuovo, sempre di più, ce lo ricorda sempre Antonio Conte

News, 2 maggio 2013.

Pirlo racconta: "Facciamo paura, di nuovo, sempre di più, ce lo ricordano quotidianamente molte persone, in particolare ce lo ricorda Antonio Conte". A Vinovo ha preso il via la preparazione alla gara contro il Palermo. Il Galatasaray non ha esercitato l'opzione di riscatto per Felipe Melo: Marotta dovrà trovare un'altra soluzione per il brasiliano. Dopo aver eliminato la Juve ai quarti, il Bayern Monaco tritura anche il Barça e vola alla finale di Champions col Borussia.


Pirlo: "Facciamo paura, di nuovo, sempre di più, ce lo ricorda sempre Antonio Conte" - E' una delle tante chicche contenute nel libro di Andrea Pirlo (a quattro mani con Alessandro Alciato) da qualche giorno in libreria: "Penso, quindi gioco" (la prefazione è di Cesare Prandelli, che definisce Andrea "l'essenza del calcio").. Racconta di un Conte che "attacca sulla porta dello spogliatoio gli articoli dei giornali in cui gli avversari parlano di noi. Interviste e commenti ritagliati con cura maniacale, applicati con lo scotch all'ingresso della stanza più segreta. I passaggi da non perdere, quelli che vanno letti per forza vengono sottolineati con un pennarello rosso. C'era il presidente operaio, noi abbiamo l'allenatore edicolante. Il messaggio è chiaro: contro la Juventus tutti si trasformano, compresi i disperati che dalla stagione non hanno più nulla da pretendere. Provano il colpaccio, almeno a parole. Tentano la via della provocazione. 'Ragazzi, avete visto cosa dice questo? Che abbiamo dei punti deboli'. 'E'una cazzata, mister'. 'Sarà anche una cazzata, ma se siamo uomini dobbiamo dimostrare sul campo che si sta sbagliando". E così via, di conserva. Per chi "è pronto a giurare che anche per noi arriverà un momento di flessione" c'è di rimando: "Non cadiamo in questo tranello. Abbiamo un solo modo per sbugiardarlo: vincere": E se c'è "quel cretino" che "ha detto che siamo la squadra più antipatica del mondo, che lo sanno tutti" niente paura: "Su questo ha ragione, quando lo vedremo domenica sul campo lo dovremo anche ringraziare, ci ha fatto un complimento, significa che siamo tornati. Ricordatevelo: solo chi non vince, per gli avversari, è il massimo della simpatia".
E di Conte parla anche a proposito del periodo in cui il tecnico, l'uomo che non poteva non sapere, era relegato in piccionaia per via della squalifica relativa al calcioscommesse: "Alessio e Carrera facevano semplicemente quello che diceva lui, non è che avessero molto da inventarsi. Neppure nelle interviste post partita potevano godere di particolari margini di libertà: loro ci mettevano la faccia e Conte i concetti".
Il momento più brutto della sua carriera? Il 25 maggio 2005, la sera della rocambolesca sconfitta del Milan nella finale di Champions, per i rossoneri una sconfitta ai rigori (dopo essersi fatti rimontare in 6 minuti un triplice vantaggio), con lo stesso Pirlo che si era fatto parare il suo rigore: "Non mi sentivo più un giocatore e già questo era devastante, ma neanche un uomo e questo era peggio... Non mi specchiavo, avevo paura che l'immagine riflessa rispedisse indietro uno sputo"; fu tentato persino di smettere in quel "breve e intenso periodo di merda".
Pirlo ha giocato anche nell'Inter, l'Inter di Lippi e se il tecnico viareggino fosse rimasto all'Inter anche lui non avrebbe cambiato casacca; invece arrivò Tardelli che non lo faceva mai giocare: "Stavo male, soffrivo. Quante volte avrei voluto dirgli: "Sai dove te lo puoi mettere quell'urlo che ti rese famoso?'".
Sulla Nazionale: "Dopo il Mondiale 2014 in Brasile smetterò di giocare con l'Italia, appenderò il cuore al chiodo, però fino ad allora nessuno, se non Prandelli per scelta tecnica, dovrà permettersi di chiedermi di abbandonare". E ancora: "Se non per saltare qualche amichevole, nessuno dei club in cui ho giocato ha mai fatto pressione perché rinunciassi a una convocazione. Partivano da una certezza: avrebbero incassato una risposta poco gentile".

A Vinovo ha preso il via la preparazione anti-Palermo - Antonio Conte è rientrato a Torino da Madrid (con Marotta e Paratici) solo nella mattinata di ieri , ma molti bianconeri erano già a Vinovo a svolgere lavori specifici. E nei pressi dei cancelli del centro sportivo c'erano già gruppi di tifosi in attesa; tifosi che sono divenuti più numerosi quando nel pomeriggio sono arrivati proprio tutti i giocatori, e anche Conte e Paratici, per la seduta prevista per le ore 17. Tifosi già festanti all'esterno, ma massima concentrazione all'interno, dove Conte, quel Conte così ben delineato da Pirlo nel suo libro, ha preteso da tutti la massima intensità, perché al vicino orizzonte di domenica c'è un Palermo col coltello tra i denti, impegnato com'è in una complicatissima lotta per non retrocedere e motivato da un tecnico che non si arrende mai come Sannino. E, anche se per la matematica certezza del titolo basterebbe un punticino, Conte vuole la vittoria: non solo perché questa Juve non sa giocare per il pareggio, ma perché per lui esiste solo la vittoria. Oggi due sedute, per tutti.

Felipe Melo non è stato riscattato dal Galatasaray - Era il 30 aprile la data in cui il Galatasaray avrebbe dovuto esercitare l'opzione per il riscatto del cartellino di Felipe Melo, per una cifra prefissata a 6,5 milioni di euro. Ma il club turco non l'ha fatto e dunque Felipe Melo a fine stagione rientrerà alla Juve, che dovrà cercare di piazzarlo altrove. Nonostante in Turchia il trentenne centrocampista brasiliano abbia disputato due discrete stagioni il Galatasaray, che a gennaio ha investito su Sneijder e Drogba, non ha ritenuto di esercitare il diritto di riscatto; potrebbe eventualmente voler trattare con la Juve per un sostanzioso ribasso della cifra; una grana che Marotta dovrà risolvere tenendo conto che Melo, acquistato dalla Fiorentina nel 2009 per 25 milioni di euro (l'intera clausola rescissoria), ha un contratto fino al 2014 e un ingaggio molto oneroso, che sfiora i 6 milioni.

Tutta tedesca la finale di Champions League - Il 25 maggio a Wembley, a contendersi la Champions League ci saranno le due tedesche: il Borussia Dortmund, che martedì sera ha eliminato il Real Madrid, e il Bayern Monaco che, dopo aver eliminato al Juve ai quarti con un doppio 2-0, in semifinale ha addirittura triturato ed umiliato il Barça: 4-0 in Germania e ieri sera un 3-0 senza attenuanti al Camp Nou. Tra quarti e semifinali gli uomini di Heynckes (che a fine stagione lascerà la sua panchina all'ex blaugrana Guardiola) hanno infilato la porta avversaria 11 volte, senza subire alcuna rete.


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