Calciopoli: udienza rinviata al 1° ottobre. Dalla Gazzetta gloria a Moratti, ma Farsopoli vive!

News, 21 settembre 2013.
 
L'udienza del processo d'appello su Calciopoli, causa sciopero penalisti, è stata rinviata al 1° ottobre. Marchisio è recuperato sul piano fisico: la decisione su un suo eventuale impiego ora spetta a Conte. L'addio di Moratti all'Inter: sulla Gazzetta la glorificazione dell' "ultimo mecenate" passa attraverso la riproposizione delle solite falsità farsopolare. Slitta alla prossima settimana la decisione della Corte d'Appello federale su Stefano Mauri.
  
Calciopoli: rinviata l'udienza del processo di appello su Calciopoli -  Lo stato di agitazione degli avvocati penalisti, in conseguenza dello sciopero indetto dalla Giunta dell'Unione delle Camere Penali (dal 16 al 20 settembre), ha causato il rinvio dell'udienza (la terza, andhe se le prime due sono state prettamente tecniche) che era in programma ieri a Napoli. L'udienza stessa, la prima dopo la pausa estiva, è slittata dunque al 1° ottobre, alle ore 9.30, quando, secondo il nuovo calendario stilato dal collegio giudicante, tutti gli imputati che lo desidereranno potranno fare dichiarazioni spontanee (eccezion fatta per Diego Della Valle, che potrà farlo nella successiva); le altre date saranno: 15 ottobre, 29 ottobre, 5 novembre, 12 novembre.
 
Marchisio regolarmente in gruppo a Vinovo - A Vinovo Marchisio ha svolto ieri mattina l'intero allenamento col  resto del gruppo che ha lavorato sugli schemi e sulla tattica da riproporre domani in campo e pare dunque completamente recuperato sul piano dell'integrità fisica; poi sarà Conte a decidere sull'opportunità del suo impiego nella gara contro il Verona.
Oggi alle ore 10 conferenza stampa di Antonio Conte cui seguirà l'allenamento di rifinitura.
 
Un addio tra glorificazione e menzogne farsopolare - Il fatto: Massimo Moratti si appresta a lasciare l'Inter nella mani del Tycoon indoensiano Erik Thohir. Non c'è ancora il nero su bianco, ma ormai la trattativa è in vista del filo di lana: Moratti non sarà più presidente, a Thohir andrà il 70% del club e alla famiglia Moratti sarà riservata una posizione marginale (si parla di 3 posti nel nuovo CdA).
La ferale notizia, peraltro nell'aria da tempo, ha gettato nel lutto e nello sconforto quell'ambiente RCS nato interista, e in genere i media: capeggiati ovviamente dalla rosea Gazzetta, il cui direttore Andrea Monti non sa darsi pace. E' preoccupato per la disperazione che sta pervadendo il suo popolo (dis)orientato che con sgomento rigirerà la rosea tra le mani: non è "la fine del mondo", dice nel suo editoriale, ma solo quella "di un mondo", "una svolta epocale"; e paragona questa Inter abbandonata dall' "ultimo mecenate" a un caravella di Colombo che sfida l'ignoto. La chicca del pezzo: "Amici e avversari, persino il più acerrimo juventino, ne converranno: un grande romanzo di epica sportiva, roba vera". In RCS nascono talmente interisti che dello juventino ignorano persino l'ABC: per gli Juventini questo romanzo è solo un fantasy noir grandguignolescco, dove di autentico non c'è nulla di quello che appare, a partire dai due scudetti di cartone; la verità è sommersa, come le telefonate sfuggite di Calciopoli, come l'attività di intelligence di Tavaroli.
Poi una serie di contributi in memoriam di quell'Inter: da Gianfelice Facchetti a Bergomi, da Ancelotti a Mihajlovic. Ma il pezzo forte è toccato a Nicola Cecere che in due paginate fitte ha raccontato l'epopea di "questa lunga storia d'amore": ma la vocazione orientante gli ha presto preso la mano e dalla glorificazione del mecenate ormai 'in mutande' è passato a spargere bocconi velenosi, in puro stile calciopolaro. E c'è anche qualche notizia 'inedita', come quando parla di Recoba, "uruguaiano di cui Moratti si innamora perdutamente (al punto da fare carte false per trovargli origini italiane)": e pensare che tutti, Gazzetta inclusa, credevamo fosse stato Oriali, che per questo reato patteggiò sei mesi di reclusione. Ma la parte del leone la fanno i presunti torti: dal campionato 1997-98 col caso Iuliano-Ronaldo ("L'Inter è finalmente competitiva ai massimi livelli, difatti contende lo scudetto alla Juve sino allo scontro diretto di Torino, dove l'arbitro 'pensionando' Ceccarini non assegna un rigore a Ronaldo parso solare. Lo scudetto è perso e il presidente, ricordando precedenti attriti con la Signora, incendia il palazzo del calcio con l'impeto e la violenza verbale di un capo ultrà. Il popolo apprezza il graffiante sfogo") al ... 5 maggio 2002: "un epilogo allucinante di un torneo condotto al comando, un margine ampio sulla Juve e sulla Roma, le inseguitrici più accanite, ridottosi a un punto prima di un confronto il cui esito tutto il calcio italiano dava per scontato: a cominciare dai tifosi laziali, gemellati con gli interisti. La fotografia al 90' di Moratti e Tronchetti Provera, fedelissimo sponsor dell'intera avventura, è quella di due tifosi increduli, attoniti, svuotati". E da questo epilogo (per tanti versi simile a quello vissuto dalla Juve a Perugia due anni prima, con la differenza che i bianconeri non poterono giocarsi lo scudetto su un campo di calcio, ma in una più inconsueta piscina) nacque praticamente Calciopoli, perché "rivedendo certi episodi avversi di quell'avverso epilogo del torneo, ascoltando alcune voci di promesse arrivate negli spogliatoi dell'Olimpico, Moratti si convince che dietro la rimonta dei bianconeri ci sia stata una spinta arbitrale orchestrata da forze esterne. Quello che nel 1998 (Ronaldo-Iuliano) era solo un sospetto diventa una certezza: la Juve è aiutata". Ma "Moratti non trova le prove degli oscuri traffici ai suoi danni" e allora dà inizio alla sua operazione di intelligence con il pedinamento di Vieri ("si parla di un'indagine assegnata alla Pirelli di Tronchetti"), poi arriva Nucini che però con Facchetti non porta a termine con successo l'operazione "di svelare le trame e i complotti ai danni dell'Inter", perché al momento della denuncia si dilegua. E allora Moratti, "che sente sempre più intensa la puzza di bruciato", a gennaio lascia la presidenza "al fidato Giacinto Facchetti" per improvvisarsi detective: Vuole poter "essere libero di indagare, ormai troppe sono le coincidenze sfavorevoli, troppe le voci di tresche ai suoi danni".
E la fine di questo percorso arriva nel 2006 quando "in estate, al termine del processo di Calciopoli, la giustizia sportiva assegna a Moratti lo scudetto tolto alla Juve (quello di un campionato mai sotto indagine, questo lo diciamo noi, ndr): il presidente lo considererà il più significativo della sua collezione privata proprio perché accerta il marcio da lui sospettato da tempo. E cioè che il calcio italiano ha 'usato' per anni i suoi milioni spesi sul mercato per ricavare vantaggi economici salvo poi bidonarlo sul piano sportivo con una rete illecita di connivenze e di alleanze. Chi lo definisce tuttora lo scudetto di cartone non ha mai voluto comprendere appieno lo stato d'animo del presidente nerazzurro. Quel tricolore per lui è un indennizzo di inestimabile valore morale". Nessun accenno ovviamente ai veri 'bidoni', quella serie di pedatori che va da Vampeta a Sorondo, da Gresko a Pancev, da Domoraud a Gilberto, e via discorrendo, su cui l'ultimo mecenate pretendeva di costruire le fortune sportive dell'Inter; quanto al marcio non si accenna affatto al documento di Palazzi che evidenzia dove stava il vero marcio (nome e cognome: illecito sportivo, un reato contemplato dal codice di giustizia sportiva e sanzionabile con la retrocessione), senza bisogno che ci si dovesse inventare un reato che non esisteva, l'illecito ambientale o strutturato, non contemplato da alcun codice, come ebbe ad osservare Corrado De Biase, capo ufficio indagini all'epoca dello scandalo scommesse del 1980, che si spinse a definire le sentenze sportive di Calciopoli 'un aborto giuridico'; quanto allo scudetto di cartone, forse la definizione più appropriata la diede Mughini: "scudetto di merda e cartone"  . "Retrocessa in B e perciò costretta a cedere il suo asso, Ibrahimovic, proprio ai rivali milanesi - continua l'articolo - la Juve collabora alle nuove fortune interiste". Già, oltre il danno (444 milioni, di cui qualcuno lassù, competente o meno, dovrà farsi carico), la beffa.
Quanto all'Inter, Cecere spalanca il cuore suo e degli orientati alla speranza: "Occhio, però: se questo Thohir non dovesse andar bene, in Famiglia ci sono altri super tifosi così giovani... Certo, la Saras non raffina più ai ritmi di un tempo, ha pagato la crisi mondiale ed è ciò che ha indotto Massimo a cedere. Ma intanto le attività del gruppo si sono diversificate, esistono altre strade per ridare valore economico alla società. Non si può escludere che spunti una terza generazione di Moratti nel dopo Tohir...".
 
Mauri: sentenza ancora rinviata - Dopo aver sentito Stefano Mauri e Carlo Gervasoni, la Corte di Giustizia Federale non è entrata, come invece si prevedeva, in Camera di Consiglio, rinviando il tutto alla prossima settimana; la fase istruttoria potrebbe non ritenersi ancora conclusa e sarà necessaria una riunione collegiale tra giudici, legali delle parti e l'accusa, rappresentata dalla Procura federale, per stabilire se non sia opportuno svolgere altri interrogatori.

 


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