Calciopoli torna in aula a Napoli. Agnelli: Mai chiesto scusa a Cairo.

News, 1° ottobre 2013.
 
 
A Napoli entra nel vivo il processo d'appello su Calciopoli. La Juve ribatte alle parole di Cairo: Agnelli mai si è scusato con lui.  Crescono le possibilità ri recuperare Tevez per la sfida col Galatasaray. Al 'Processo del lunedì' l'ex arbitro Pieri annuncia le sue dimissioni dall'AIA; ma in Rai spira sempre il vento del sentimento popolare. Roberto Mancini è il nuovo tecnico del Galatasaray. Tocca all'ungherese Kassai arbitrare Juve-Galatasaray.
 
 
Processo d'Appello su Calciopoli: finalmente si parte - La partenza era stata fissata al 24 maggio, alcuni difetti di notifica fecero slittare il processo al 3 luglio, con un'udienza tutto sommato interlocutoria, riempite solo dalla dichiarazione spontanea dell'ex arbitro De Santis e dalla richiesta dei difensori di Luciano Moggi di avere a disposizione strumenti tecnici per ascoltare le intercettazioni, "Un conto è leggerle, e un altro è sentirle, è necessario ascoltarle". Il tutto era stato rimandato al 20 settembre, dopo la pausa estiva; ma era subentrato lo sciopero dei penalisti, e allora eccoci al 1° ottobre, con quello che dovrebbe essere l'inizio vero di questo processo d'appello.
Il calendario predisposto dalla Corte  presidente Silvana Gentile, giudici Roberto Donatiello e Cinzia Apicella) prevede per oggi le dichiarazioni spontanee di tutti gli imputati ad eccezione del patron della Fiorentina Diego Della Valle, per il quale è stata concordata la data del 15 ottobre; sempre per il 15 ottobre sono in agenda l'intervento del giudice relatore e la requisitoria del procuratore generale; il 29 ottobre toccherà alle parti civili e il 5 e il 12 novembre alle difese.
Appuntamento quindi intorno alle ore 10 sul nostro blog per seguire quanto accadrà nell'aula 316 del Tribunale di Napoli.
 
La Juve: 'Agnelli mai si è scusato con Cairo' - Per Urbano Cairo il derby continua, a chiacchiere, perché il campo ha già detto la sua. E ieri, in un'intervento su Adnkronos, poi riportato sul sito ufficiale del club granata, ha attaccato pesantemente Conte, reo di aver preso in considerazione solo il fallo di Immobile e non anche quello di Pogba (peraltro assolutamente non paragonabile per violenza e pericolosità a quello del torinista: "Ci possono essere errori arbitrali, che sono accettati da tutti anche se ti colpiscono più volte, ma non accetti il fatto che quando uno vince una partita con una svista, e a Conte è successo anche la settimana prima con il Chievo, parli in questo modo. Io credo che la cosa più bella sia tacere e non giustificare il gol dato in fuorigioco con la possibile espulsione di Immobile: allora doveva anche essere espulso Pogba. Questo arrampicarsi sugli specchi è la cosa che fa più arrabbiare. Conte è un bravo allenatore, non ha bisogno di attaccarsi a queste cose, sentirsi presi in giro non va bene".   
E a Tiki Taka, programma di Pierlugi Pardo su Italia 1, ha rincarato la dose: "Conte si è arrampicato sugli specchi giustificandosi con il fallo di Immobile su Tevez. Se quello era da rosso allora quello di Pogba su El Kaddouri era anche peggio. Conte è un allenatore molto bravo, lo sanno tutti, ma ha avuto un vantaggio, dopo quello che aveva già avuto nella gara contro il Chievo. Un minimo di stile in più non sarebbe male, perché non è bello: anche il presidente Agnelli a fine partita si è scusato, era quasi dispiaciuto".
E' poi arrivata l replica del club bianconero che precisa che Andrea Agnelli non si è affatto scusato con il presidente del Torino, si è semplicemente detto dispiaciuto per le polemiche seguite al derby.
 
Cresce la speranza per Tevez - Forse Carlitos ce la fa. Ieri è arrivato presto a Vinovo e si è subito sottoposto alle cure necessarie per cercare di far migliorare il più rapidamente possibile la caviglia ridotta in cattive condizioni (forte trauma e ferita lacero contusa) dal brutto fallo di Immobile. Le sue condizioni vengono costantemente monitorate dallo staff medico, ma sembrano in crescita le speranze di vederlo in campo contro il Galatasaray.
 
Pieri: 'Mi dimetto dall'AIA'. Ma la Rai scivola - Con la ripresa del processo d'appello di Napoli, i media ricominciamo ad occuparsi di Calciopoli. E la Rai lo ha fatto, oltre che dando notizia della ripresa delle udienze e Napoli, ospitando, ne 'Il processo del lunedì', Tiziano Pieri, una delle 'vittime' di Calciopoli, un arbitro che, appena raggiunta la qualifica di internazionale, è stato trascinato nelle vicende di Calciopoli che gli hanno praticamente spazzato via la carriera. Ha seguito, come Giraudo e altri, la strada del rito abbreviato; in primo grado è stato condannato a due anni e quattro mesi di reclusione (e 22.000 euro di multa); in secondo grado, grazie anche al ritrovamento, ad opera dello staff di Moggi guidato da Nicola Penta, delle intercettazioni che hanno fatto chiarezza sulla sua posizione, è stato assolto, come tutti i suoi colleghi che hanno percorso quella via; ma la Procura di Napoli ha presentato ricorso in Cassazione e dovrà quindi affrontare anche il terzo grado di giudizio.
Tuttavia l'assoluzione ottenuta in secondo grado ha rafforzato la sua fiducia nella Giustizia: "E' inevitabile, dobbiamo crederci e la sentenza di appello ha dimostrato proprio questo. Io sono sempre stato fiducioso, anche nei momenti più cupi, quindi devo necessariamente credere nella giustizia, ho sempre creduto in un Paese capace di tirare fuori degli scandali, di affrontarli, di giudicarli e alla fine anche di ribaltarli con eventuali sentenze". E purtuttavia non riesce a dimenticare che molti si sono comportati male nei suoi riguardi: "Io quando arbitravo ero molto istintivo, oggi, dopo questa brutta esperienza, ho imparato ad essere molto riflessivo. Sono stati commessi errori, anche molto gravi, ma non voglio nominare, non voglio dare soddisfazione a determinate persone che hanno stravolto la mia vita. Chi si è comportato male nei miei confronti? Un nome sarebbe poco Io voglio pensare a chi si è comportato bene, la mia famiglia anzitutto... Quando scoppiò lo scandalo sono stato dipinto come un mostro". Senza alcun fondamento: "Io devo dire la verità, lo ripeto da sette anni: a me mai nessuno ha fatto una proposta indecente o qualsiasi altro tipo di allusione; io andavo in campo serenamente; arbitravo e arbitrare è difficile. Pressioni se ne ricevevano, dalla stampa, dalle società, perché ancora oggi una polemica porta pressione. L'arbitro giovane le può reggere meno dell'arbitro più esperto, e qui subentra il ruolo del designatore, che sicuramente aiuta a far crescere l'arbitro e a riproporlo  davanti agli errori che sono inevitabili". La sua storia professionale si è praticamente conclusa nel 2006, ma non per questo ha cessato di essere arbitro: "Arbitri si è dentro, io ho combattuto in questi sette anni non solo per me e per la mia famiglia, anche per l'associazione perché, devo dire la verità, io sono cresciuto nella sezione di Genova, tante volte mi sono addormentato sui divanetti (Pieri è figlio d'arte, il padre Claudio fu a sua volta arbitro, ndr), di conseguenza io questa associazione la sento dentro". Ma adesso ha deciso di dire basta: "Però ora è arrivato il momento, a seguito  di  quel 5 dicembre (la data dell'assoluzione in appello del rito abbreviato, ndr), una data che resterà per sempre nella mia mente come una rinascita, un 25 aprile, una libertà e una serenità ritrovate, è arrivato il momento però di dire basta, di fare una scelta. Oggi io sono un fantasma all'interno dell'associazione. E' giusto che tutti sappiano che non sono stato radiato dall'AIA, sono stato solo escluso dai quadri tecnici a seguito di sospensioni reiterate, anche non regolamentari, e alla fine ho combattuto per la mia dignità, per la mia storia arbitrale, per tutti i miei amici che ho all'interno dell'Aia, per quelle 30.000 persone che lavorano ogni giorno con spirito di volontariato. Però oggi devo rassegnare ufficialmente le mie dimissioni dall'AIA, mi dimetto da arbitro anche se me l'hanno fatto fare sette anni fa involontariamente. Questa sera io ufficializzo le mie dimissioni dall'AIA. Forse per qualcuno sarà una bella notizia. Io ho voltato pagina tempo fa, ho combattuto tutti i gradi di giudizio, non sono mai scappato, ho affrontato il processo sportivo, ho affrontato il processo penale, ho rinunciato alla prescrizione e questo mi ha rafforzato molto come uomo perchè io oggi posso guardare negli occhi i miei figli e far loro capire che quando si nasce quadrati non si può morire tondi. Questo è quello che mi porto dentro".
Fin qui la presentazione di una delle tante 'vittime' di Calciopoli, persone 'pulite' che hanno visto i loro nomi sbattuti in prima pagina con l'etichetta del mostro, le loro carriere distrutte e le loro vite scompaginate. Ma la Rai, così sempre attenta a rincorrere e accarezzare il sentimento popolare non poteva fermarsi qui. Ed ecco salire alla ribalta gli orrori di Calciopoli, con la riproposizione di una telefonata tra Piercarlo Presutti, giornalista dell'Ansa, ospite in studio, e l'ex arbitro Massimo De Santis, dopo la chiacchieratissima Juve-Parma del 7 maggio 2000; col giornalista che riferisce di un "clima pesantissimo" e nel suo commento si mostra più che mai stupefatto ("le parole di De Santis non trovavano riscontro nelle immagini") rispetto alla ricostruzione dell'azione incriminata da parte dell'ex arbitro (non a caso l'avvocato Gallinelli a gennaio ebbe a dire a Radio Radio lo Sport che il suo assistito pagava proprio quella gara, pur se temporalmente lontana dai fatti di Calciopoli);  il presunto 'favore' non salvò lo scudetto della Juve perché, come ha ricordato prontamente Varriale '"poi ci fu la famosa partita di Perugia con Collina che in qualche modo.... butta lì  - chiamato a dirigere la partita tra Perugia e Juventus sospese la gara... ". In realtà avrebbe dovuto, ma non lo fece, la fermò per 74' e la fece riprendere in condizioni non regolamentari, con la palla che annegava nell'acquitrino anziché rimbalzare (con Moggi che ancora oggi si dice pentito di non aver ritirato la squadra)
La chiosa finale sull'argomento è affidata a Marino Bartoletti: Ho massimo rispetto per la credibilità del mio calcio. Io sono stanco di persone che dicono  'l'altro è più colpevole di me' (una delle tante invenzioni calciopolare, ndr). Sono stanco ci persone che continuano ad attentare, a modo loro, all'etica sportiva. C'era un sistema che vorrei fosse completamente esiliato dal mondo del calcio contemporaneo".
 
E' Mancini il nuovo tecnico del Galatasaray - Se ne parlava da qualche giorno ma ora c'è l'ufficialità: è Roberto Mancini il nuovo tecnico del Galatasaray; e debutterà nel suo nuovo incarico proprio allo Juventus Stadium contro la Juve. Ed è una coincidenza che sembra fargli molto piacere: "E' una coincidenza felice quella di incontrare i bianconeri ed è una grande sfida quella di preparare questa partita in un giorno".
 
Juve-Galatasaray affidata a Kassai - Sarà il trentottenne ungherese Viktor Kassai a dirigere Juventus-Galatasaray. Gli assistenti saranno György Ring e Vencel Toth, il quarto uomo Robert Kispal, mentre gli arbitri addizionali saranno Tamás Bognar e Mihaly Fabian. Kassai non ha mai diretto la Juve, ma di lui ha senz'altro un brutto ricordo Paul Pogba, da lui espulso poco dopo il suo ingresso sul terreno di gioco, nella gara della Nazionale francese contro la Spagna: tutto era nato da un fallo a centrocampo, per il quale Kassai aveva mostrato il giallo a Pogba che se l'era presa e lo aveva applaudito ironicamente, col risultato di vedersi sventolare davanti il cartellino rosso.

 


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