Appello Calciopoli: Pairetto 'Nessuna sim da Moggi'. Penta promette sorprese.

News, 2 ottobre 2013.
 
 
Ventidue i convocati di Conte: Tevez c'è. Pairetto: Non ho mai ricevuto sim da Moggi e, quanto a chiamare, chiamavano tutti, perché era lecito, anzi, incentivato. Penta: Le telefonate, quelle che già ci sono e quelle che produrremo, smonteranno definitivamente la teoria dell'esclusività dei rapporti tra Moggi e i designatori. Conte: Sono diventato un catalizzatore ma questo a me non crea alcun problema. Bonucci: Vogliamo continuare a stupire. Le decisioni del Giudice sportivo.
 
 
I 22 convocati - Per la partita col Galatasaray Antonio Conte ha convocato 22 giocatori: Buffon, Chiellini, Ogbonna, Pogba, Marchisio, Vucinic, Tevez, De Ceglie, Giovinco, Peluso, Llorente, Barzagli, Bonucci, Padoin, Pirlo, Asamoah, Vidal, Lichtsteiner, Quagliarella, Storari, Isla, Citti.
 
Pairetto: Niente sim, niente trucchi, rapporti leciti - Queste le tre grandi certezze che l'hanno fatta da padroni nella dichiarazione spontanea di Pierluigi Pairetto nell'udienza del processo d'appello su Calciopoli, davanti ai giudici (presidente Silvana Gentile, giudici Roberto Donatiello e Cinzia Apicella) della sesta sezione della Corte d'appello, nell'aula 316 del Tribunale di Napoli.
E' stato l'unico imputato ad avvalersi di questa strategia, gli altri hanno rinunciato, lasciando ai propri difensori il compito di ribaltare le accuse.
E Pairetto ha messo alcuni grossi punti fermi a scardinare il teorema accusatorio.
ll primo, e forse il più importante, visto che le sim straniere sono il perno su cui si è incardinata la sentenza di primo grado, è la negazione del possesso di schede straniere ricevute da Moggi che, al pari di Giraudo, seppur con motivazioni diverse, era a lui legato da amicizia di vecchia data (per Giraudo risale addirittura ai tempi dell'Università, niente  a che vedere col mondo del pallone): "Io non ho mai ricevuto una scheda straniera da Moggi. Ne ho utilizzate ma datemi dalla Uefa per le mie funzioni all’interno della federazione europea. Non so da dove nascano i contatti come mi sono attribuiti da parte di chi ha redatto a mano questi elenchi". Appunto, gli zoppicanti schemini di Di Laroni.
Il secondo riguarda i sorteggi, impossibili da falsare, assicura Pairetto: "Vi assicuro della bontà del sorteggio, come il processo ha dimostrato. Il sorteggio era impossibile da falsare perché avevamo due urne con al centro il notaio. Nella prima c’erano le sfere con colori vari e in cui si inserivano le gare, nell’altra gli arbitri. Le urne erano trasparenti. Si estraevano prima le gare e gli arbitri con preclusioni perciò erano di diversi colori. Io estraevo la pallina con la gara e solo dopo il giornalista estraeva quella con l’arbitro. Se era precluso, si reinseriva e se ne estraeva un’altra. Tra l’altro i nominativo degli arbitri e delle gare venivano compilato da Martino. Lui solo procedeva all’iter burocratico. Le palline qualcuno ha detto che erano ammaccate. In effetti lo erano, ma erano tutte ammaccate quindi irriconoscibili. Il sorteggio si poteva truccare solo se il giornalista che cambiava ogni volta e non sapevamo chi era, fosse stato d’accordo con noi". E quanto alle griglie, per via del meccanismo delle preclusioni, la strada da seguire era quasi obbligata: "Tenga presente che gli arbitri avevano preclusioni molto precise (no squadra della città dove vivevano o lavoravano, non più di sei volte la stessa squadra), quindi le griglie erano quasi obbligate e anche le scelte. Ciò comportava che la composizione delle stesse era il segreto di Pulcinella, quasi tutti riuscivano ad individuarle prima del sorteggio".
E infine i rapporti con i dirigenti. Sì, certo, c'erano. Ma perché erano consentiti, anzi incentivati dalla Figc. E non erano 'esclusivi' con Moggi, i designatori colloquiavano con tutti, Chievo, Napoli, Lazio, Milan, Atalanta, Messina, "insomma tutte, proprio tutte".  Forse decisamente meno lecito sarebbe che Facchetti abbia detto a  Bergamo di mettere in griglia due preclusi su tre nome, per avere la certezza di avere Collina, anche se Pairetto, almeno per parte sua, sembra non esserne scandalizzato: "In un’occasione Facchetti disse a Bergamo di mettere in un sorteggio tre nomi di cui due preclusi, ma lo faceva perché voleva Collina in un Inter-Juve, nulla di anomalo e drammatico". Perché in realtà a Pairetto andava stretto tutto quel meccanismo di griglie e sorteggi, che limitava l'opportunità per i designatori di far crescere professionalmente i direttori di gara; quando poi Collina, dopo di loro, avrebbe avuto possibilità di designare liberamente gli arbitri.
Poi c'è il corollario sulle punizioni degli arbitri infedeli al fantomatico sistema: ebbene era l'ennesimo folle teorema, perché Paparesta, col quel po' po' che aveva combinato a Reggio Calabria, tornò subito in sella con il big match della B, una gara internazionale e l'inserimento in griglia per Inter-Juve. Mentre Racalbuto pagò i suoi errori pro-Juve in Roma Juve con nove giornate di stop e Pieri una punizione assegnata alla Juve a 30 metri dalla porta con la perdita delle prima fascia di griglie da dicembre a fine stagione.
Appuntamento al 15 ottobre con l'intervento del giudice relatore e la requisitoria del procuratore generale.
 
Penta: Le telefonate demoliscono il teorema dell'esclusività - Torna sotto la luce dei riflettori Nicola Penta, il consulente della difesa di Luciano Moggi che dal amare delle 170.000 intercettazioni riuscì a ripescare, con un certosino lavoro di sbobinamento e ascolto, le telefonate che dimostravano la parzialità e la selettività del lavoro degli inquirenti, dimostrando che con designatori, e persino arbitri, a parlare erano in molti. E più d'uno degli assolti nel secondo grado del rito abbreviato, lo ha ringraziato perché la sua opera non è andata a vantaggio del solo Moggi, ma di quanti erano stati trascinati a forza nel pasticciaccio di Calciopoli: infatti un sistema per essere tale ha bisogno di adepti; ma gli arbitri, che sarebbero le principali colonne a sostegno della cupola, pian piano escono di scena; e quelli rimasti in pista nel rito ordinario non intendono avvalersi della prescrizione in quanto, fidando nella loro innocenza e nella giustizia, vogliono uscire immacolati dalla vicenda. All'alba dell'appello, in un'intervista a Vaciago per 'Tuttosport' preannuncia: "Ci saranno sorprese. E anche intercettazioni nuove, come una telefonata mai ascoltata prima nella quale, nei giorni precedenti Juventus-Milan del 18 dicembre 2004, il designatore Bergamo riceve una telefonata nella quale gli viene chiesto espressamente di inserire tre arbitri nella griglia del sorteggio. Non voglio anticipare nulla, ma posso dire che chi chiamava non era Luciano Moggi". Si tratta presumibilmente di quella cui ha accennato ieri Pairetto nella sua deposizione spontanea, quando parlò di un colloquio, proprio di questo tenore, tra Bergamo e Facchetti.
Poi c'è la favola delle ammonizioni preventive: "Dimostreremo che la teoria dell'accusa, secondo cui le avversarie della Juventus venivano indebolite attraverso ammonizione mirate ai giocatori diffidati è assolutamente infondata - dice Penta - Statisticamente non regge (la Juventus, per esempio, ha goduto meno dell'Inter di squalifiche avversarie, ndr), ma spesso vengono riportate circostanze del tutto errate. Si citano, per esempio, Muntaci, Pinzi e Di Michele come giocatori dell'Udinese ammoniti durante la partita con il Brescia per evitare che disputassero quella contro la Juventus. peccato che nessuno di loro era diffidato e, quindi, scesero regolarmente in campo".
E quanto al dogma dell'esclusività dei rapporti Penta è molto deciso: "Si punta sul famigerato rapporto esclusivo di Moggi con i designatori. Un tema completamente smontato dalla scoperta delle telefonate in cui tutti gli altri presidenti e dirigenti chiamavano i designatori per fare le stesse richieste o esporre le stesse lamentele, ma riproporremo il regolamento federale di allora che non vietava questo tipo di contatti. Non solo, insomma, Moggi non era l'esclusivista del rapporto con Bergamo e Pairetto, ma quel rapporto non era neppure vietato. Lo stesso discorso vale per le visite nello spogliatoio che non sono vietate tuttora. E' incredibile, poi, che si debba tornare a parlare del famoso caso Paparesta che, secondo la leggenda, fu chiuso nello spogliatoio. Un episodio che non sono non è mai accaduto, come hanno testimoniato i diretti interessati, ma che è stato oggetto di un'archiviazione da parte della Procura di Reggio Calabria". Il lavoro più impegnativo per il pool della difesa, tuttavia, è l'attenta lettura delle telefonate proposte dall'accusa: "Perché possono esserci delle trappole. Vedi una chiamata presentata come decisiva per provare il fatto che Moggi fosse a capo dell'associazione a delinquere, beh quella chiamata fra Moggi e Pairetto è in realtà fra Pairetto e Manfredi Martino, allora segretario della Can: uno scambio di persona!". Una delle tante cose che sono sfuggite nel pasticciaccio di Calciopoli.
 
Conte: Sono diventato un catalizzatore - Era giornata di conferenza stampa pre Galatasaray, ma i veleni lasciati in eredità dal derby di domenica non potevano non fare capolino nelle domande rivolte a Conte, soprattutto dopo le critiche ripetutamente rivoltegli da Urbano Cairo: "Quello che posso dire è che negli ultimi due anni, alla Juventus abbiamo vinto due Scudetti, due Supercoppe italiane, è inevitabile che io mi sia accorto di essere diventato comunque un grande catalizzatore, un po' per tutti, anche quando dico cose banali, normali, scontate, basate sui fatti. Bene, ne prendo atto, e si va avanti, anche perché questo è il gioco, è accaduto in passato, accadrà anche in futuro. Però questo non è un problema, ripeto, a me non crea nessuno problema e andrò avanti per la mia strada, dicendo le mie opinioni, dicendo le mie ragioni. E anche se al momento qualcuno magari potrà avere da ridire come è successo un mese e mezzo fa, due mesi, quando parlavo di Juventus forte come è forte il Napoli, come è forte l'Inter, come è forte la Fiorentina. come è forte la Roma, come è forte la Lazio, qualcuno ci ha montato su un qualcosa di incredibile. Ripeto, sono diventato catalizzatore, questo è un dato di fatto, ne prendo atto, nel bene e nel male, a me non crea nessun problema".
Passando alla Champions non ha difficoltà ad ammettere che avrebbe voluto incontrare il Galatasaray in un altro momento: "Se mi chiedete se mi fa piacere incontrarlo domani, avrei preferito un po' più in là, perché quando ci sono cambi di allenatore così repentini, diventa difficile trovare poi un qualcosa per studiare anche l'avversario. Ci troviamo un allenatore nuovo, in questo caso Roberto Mancini, in una sfida che è molto importante, e non abbiamo delle certezze tattiche, questa è l'unica cosa che mi dispiace. Però mi fa molto piacere ritrovare Roberto, perché è uno degli allenatori più bravi d'Europa ed è giusto che torni in pista". E ancora: "Io penso che noi domani comunque affronteremo il Galatasaray che ha delle certezze tattiche dovute al passato corso, anche perché in un giorno di insediamento io non penso che Roberto Mancini possa avere portato chissà quali idee, chissà quali stravolgimenti. E' impossibile che ci siano cose del genere. Proprio per questo motivo, il riferimento che io ho fatto prima è che mi sarebbe piaciuto magari affrontare il Galatasaray avendo riferimenti tattici ben precisi. Oggi è subentrato un nuovo tecnico, molto bravo, non so quanto potrà incidere sulla partita di domani, però comunque resta interrogativo".
Su chi sarà in campo domani così spiega: "Vediamo Tevez come sta, perché ieri non si è allenato. Vediamo, vediamo, è inevitabile che io ho bisogno di garanzie ben precise, non metterò mai un giocatore che zoppica in campo. Quindi ho bisogno di garanzie ben precise. Le garanzie ben precise me le darà il campo, l'allenamento oggi, domani mattina, e poi farò le necessarie valutazioni e sceglierò la coppia di attaccanti. Vucinic dopo che è tornato dalla Nazionale aveva preso questo colpo al ginocchio, non è stato bene: sarà perché correva per riparare un po' il ginocchio e ha avuto questo problema al calcagno che si è trascinato, non gli ha permesso di allenarsi per diversi giorni. Adesso sta bene, sta meglio quindi ce l'ho a disposizione; vedrò utilizzarlo o meno domani, in base alle scelte. Faremo le nostre valutazioni. Però fin adesso Vucinic ha avuto questo problema che lo ha penalizzato e forse ci ha anche un po' penalizzati". E per il centrocampo: "Io penso di avere comunque un dubbio da risolvere per domani, proprio a centrocampo, perché ci sono due giocatori che per diverse necessità potrebbero aver bisogno di riposare. Potrebbero dico, perché comunque vedendo il Pogba di queste ultime partite sprizza salute da tutti i pori. L'altro è sicuramente Claudio Marchisio, che da quando è rientrato dall'infortunio, ha giocato praticamente quasi sempre. Quando rientri da un infortunio, c'è la possibilità di essere un po' più stanchi rispetto agli altri che si sono allenati. Ma è un dubbio che cercherò di risolvere valutando bene e sapendo che conterà poi il risultato finale se la scelta è stata giusta o sbagliata".
 
Bonucci: Vogliamo continuare a stupire - Accanto a Conte in conferenza stampa c'era Leonardo Bonucci che ha smentito che la fame di vittorie in casa bianconera sia passata: "Noi siamo consapevoli che l'unico obiettivo è quello di migliorarci e ciò avviene soprattutto adesso che stiamo attraversando un buon momento in seguito ai risultati positivi. Sia in noi giocatori, sia nell'ambiente Juventus, c'è la voglia di migliorare e soprattutto c'è quella voglia di far parlare soltanto le vittorie, a prescindere dal fatto se abbiamo più fame o meno fame. Credo che dentro ognuno di noi ci sia ancora quella voglia, come è giusto che sia, di continuare a stupire, come abbiamo fatto negli anni passati, perché è quello l'obiettivo, è è quella la voglia, a iniziare dal Presidente, passando dal mister e a tutta la squadra, allo staff tecnico e all'ambiente bianconero. Siamo consapevoli anche del fatto che chi ci incontra si dispone diversamente rispetto agli anni passati, quindi possiamo incontrare qualche difficoltà in più come si è visto domenica. La rabbia, la voglia, la cattiveria da parte di chi scende in campo è quella di perseguire un obiettivo unico che è la vittoria".
 
Le decisioni del Giudice sportivo - Nessun problema per Juve e Milan dalle decisioni del Giudice Sportivo: eccezion fatta per Balotelli  le squadre, sotto il profilo disciplinare non avranno assenti.
Quattro i giocatori squalificati, tutti già diffidati e nuovamente ammoniti per comportamento scorretto: Costa e Krsticic (Sampdoria), Conti (Cagliari) e Marchionni (Parma).
Ammonito con diffida il viceallenatore del Torino Salvatore Sullo, 'per avere, al 25' del secondo tempo, contestato platealmente una decisione arbitrale uscendo dall'area tecnica, infrazione rilevata dal Quarto Ufficiale'.
Ammende di: 5.000 euro alla Roma "per avere suoi sostenitori, nel corso della gara, nel proprio settore, fatto esplodere un petardo e acceso numerosi fumogeni": e di 4.000 euro all'Atalanta "per avere suoi sostenitori, nel corso della gara, lanciato un fumogeno nel recinto di giuoco e per aver inoltre acceso alcuni bengala nel proprio settore".

 


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