Milan stangato, ma Galliani accusa: C'erano solo cori contro Balotelli.

News, 8 ottobre 2013.
 
Mexès squalificato per quattro giornate: tre per il pugno a Chiellini, una per l'espulsione. Lo stadio del Milan chiuso per un turno per cori di discriminazione territoriale dei tifosi rossoneri allo Juventus Stadium: Milan-Udinese si giocherà senza pubblico. Ma Galliani non ci sta: questa normativa è da abolire; in ogni caso lui ha sentito solo cori  (bianconeri) contro Balotelli. Beretta d'accordo con Galliani: sanzioni da rivedere. Le altre decisioni del Giudice sportivo.
 
Quattro giornate di squalifica per Mexès - Il pugno rifilato, al 6' del secondo tempo, da Mexès a Chiellini era sfuggito ad Allegri ma non all'attenzione del Procuratore Federale che lo ha segnalato al Giudice sportiva per le decisioni di sua competenza. Il risultato è di quattro giornate di squalifica per il difensore rossonero: tre per il pugno e una per l'espulsione causata da doppia ammonizione
Il Giudice Sportivo, ricevuta dal Procuratore Federale rituale segnalazione ex art. 35 comma 1.3 (a mezzo fax pervenuto alle ore 12.56 odierne) in merito al comportamento tenuto, al 4' minuto del secondo tempo, dal calciatore Philippe Mexès (Soc. Milan) nei confronti del calciatore Giorgio Chiellini (Soc. Juventus); acquisite ed esaminate le relative immagini televisive (Sky – Infront) di piena garanzia tecnica e documentale; osserva:
le immagini televisive documentano che nelle circostanze segnalate il calciatore rosso-nero, nella propria area di rigore particolarmente affollata per l’esecuzione di un calcio d’angolo, con un repentino movimento in avanti del braccio destro, colpiva da tergo con un pugno all’altezza del collo il calciatore bianco-nero, che cadeva dolorante al suolo. L’azione proseguiva senza che l’Arbitro adottasse alcun provvedimento disciplinare in quanto, come precisato su richiesta di questo ufficio con mail pervenuta alle ore 15,18 odierne, l’episodio non era stato notato né dal Direttore di gara né dai suoi Collaboratori. Il Mexès veniva successivamente espulso per doppia ammonizione. Ritiene questo giudice che il riprovevole gesto compiuto dal Mexès, del tutto avulso dal contesto agonistico per la distanza dal pallone a cui entrambi i protagonisti si trovavano, integri per l’evidente volontarietà, l’energia impressa e la delicatezza della zona (collo) attinta dal colpo, gli estremi della “condotta violenta” sanzionabile ex art. 19, n. 4 lettera d) CGS, connotata, per consolidato orientamento interpretativo, dall’intenzionalità e dalla potenzialità lesiva. Ne consegue l’ammissibilità della “prova televisiva” e la sanzionabilità del segnalato comportamento che appare equo quantificare nei termini precisati nel dispositivo. P.Q.M.
delibera di sanzionare il calciatore Philippe Mexès (Soc. Milan): a) con la squalifica di tre giornate effettive di gara per condotta violenta in relazione alla segnalazione del Procuratore federale; b) con la squalifica di una giornata effettiva di gara consequenziale all’espulsione per doppia ammonizione per comportamento scorretto nei confronti di un avversario.
 
Il Meazza rossonero squalificato per cori di discriminazione territoriale - Ma i guai per il Milan non sono finiti qui. Alla lunga squalifica di Mexès si aggiunge quella, per una giornata, di De Jong (già in diffida e nuovamente ammonito per un fallo su Tevez) e, quel che è peggio, l'obbligo di disputare una gara a porte chiuse ed ammenda di € 50.000 "per avere alcune centinaia di suoi sostenitori, alcuni minuti prima dell’inizio della gara, al 6' ed al 43' del secondo tempo, intonato un insultante coro espressivo di discriminazione territoriale nei confronti dei sostenitori di altra società; seconda violazione (confronta C.U. 47 del 23 settembre 2013); sanzione minima ex art. 11, n. 3 e 18, comma 1, lettera d); infrazione rilevata dai collaboratori della Procura federale). Questo significa che Milan-Udinese, in programma sabato 19 alle ore 20.45, si disputerà in un Meazza senza spettatori".
 
Ora Galliani è furioso - Era stato proprio il Milan a lanciare il primo sasso nello stagno dei cori razzisti e a schiacciare a più riprese il pedale dell'acceleratore in tal senso. Forse non immaginava che proprio i suoi tifosi sarebbero stati tra i più solerti a finire nel mirino del Giudice sportivo per comportamenti denotanti razzismo o comunque intolleranza. E il provvedimento adottato ieri dal Giudice sportivo, con la chiusura del Meazza per Milan-Udinese, ha fatto infuriare Galliani, che mai immaginava che sarebbe stato colpito dalla freccia che lui stesso aveva scagliato, ma tramutatasi in un autentico boomerang. L'ha presa male, indubbiamente, e questa normativa che era stata da più parti salutata con favore, come una 'tolleranza zero', una voglia di far sul serio in un calcio che di serio ha sempre meno, ora diventa  ingombrante, anzi paradossale, da abolire all'istante. Così dunque Galliani: "Un po' di cose. La prima: discriminazione territoriale esiste solo in Italia,  le norme Uefa parlano di discriminazione razziale, in Italia ci siamo inventati la discriminazione territoriale. Ieri sera nessuno, nessun giornale, nessuna televisione, io godo ancora di buon udito ed ero allo Juventus Stadium, e non ho sentito questi cori che sarebbero stati sentiti da funzionari della Procura Federale. E più in generale mi sembra perfetta come norma, in un Paese dove nessuno va negli stadi, dove abbiamo stadi vecchi, obsoleti, con nessuno, chiudere uno stadio mi sembra perfetto anche politicamente, geniale, anzi la troverei una cosa veramente geniale quella di chiudere uno stadio. E poi vi racconto cosa succede. Ammesso che ci siano stati questi cori che nessuno ha avuto il piacere di sentire, la prossima volta c'è partita persa e pure penalizzazione, di arriva al paradosso. Oltretutto sei in trasferta e non puoi curare i tuoi tifosi, ammesso che abbiano fatto questi cori. Quindi prima ti chiudono la curva, al secondo giro, sempre per discriminazione territoriale ti chiudono lo stadio, alla terza volta ti dan partita persa e, volendo, anche con una penalizzazione. Vuol dire che se 50 persone si mettono d'accordo, uccidono una società facendo cori di discriminazione razziale o territoriale. Se questa è una norma di buon senso lo lascio decidere a chi seguirà le televisioni o la carta stampata domani. Nessuna televisione, nessun giornale, abbiamo fatto questa indagine, mi risulta abbia sentito nulla ieri sera, perché probabilmente non c'è stato nulla, forse uno ha sentito, forse uno della Procura federale in bagno piuttosto che al bar o non so dove, adesso mi prenderò una squalifica anch'io ma non per discriminazione territoriale, avrà sentito qualche tifoso del Milan... 'centinaia di tifosi del Milan' dice il comunicato, noi in tutto sono stati venduti 872 biglietti, nella curva del Milan ci stavano 872 persone, il comunicato dice che centinaia di tifosi del Milan intonavano cori di discriminazione territoriale. Che vuol dire che se io stasera mi metto allo stadio e  me la prendo con quelli di Porta Romana, io che abito a Brera, per esempio quella è discriminazione territoriale, perché anche all'interno di una città ci sono i vari territori. Naturalmente tutti i presidenti la pensano come me. Mi sono affrettato a chiamare il presidente Abete per chiedergli ragione di questa cosa e di cosa ne pensa e se pensa che sia giusto mantenere questa norma qui, io chiedo che questa norma venga abolita. Capisco il razzismo, è un problema grave, un problema del mondo, ma la discriminazione teritoriale francamente... Se io ho un nemico che abita a Porta Vicentina, mi metto a urlare contro quelli di Porta Vicentina e mi chiudono lo stadio. Francamente.. ironizzo perché non saprei cos'altro dire, lascio al buon senso di ciascheduno, qualcuno mi darà torto e  me lo prenderò ma... Su Mexès non faremo ricorso perché Mexès si è comportato male. Il Milan cerca di comportarsi bene e si comporta bene. Lo abbiamo dimostrato con Balotelli, ma non per fare i più bravi della classe... Chi sbaglia paga e viene punito, ma questi sono fatti interni. Questa della discriminazione territoriale è una norma che non posso dire l'aggettivo che penso perché dopo squalificano anche me, quindi non dico. Io sentivo cori contro Balotelli, ne ho sentiti tanti, altri non ne ho sentiti, ho l'udito un po' in calo, passando gli anni... sto scherzando. Abete ha detto che ci penseranno, io penso che le norme di questo genre debbano essere cancellate anche perché c'è solo nel nostro Paese, io non so se un bavarese se la prende con uno della regione di Colonia... non esiste questa norma... poi è carina... è carina proprio l'idea che in stadi già vuoti di loro, chiudere uno stadio è perfetto, politicamente fantastico".
E' vero che la normativa e le linee guida Uefa non parlano specificamente di discriminazione territoriale, perché in realtà parlano di qualcosa di ancora più ampio, qualsiasi forma di intolleranza, di cui il razzismo è solo una piccola fetta; quindi o si delimitano con la massima precisione i confini del problema, o nell'intolleranza rientra tutto, anche quella che in Italia è stata chiamata discriminazione territoriale (l'Uefa porta l'esempio dell'omofobia, un'altra forma di discriminazione che con il razzismo in senso stretto, cioè come viene comunemente identificato, nulla ha a che vedere). E se di intolleranza si tratta non dovrebbe far paura uno stadio chiuso perché cosa politicamente  inopportuna visto che gli stadi si svuotano già di per sé: non è un buon motivo per aprirne le porte a pseudotifosi che con lo sport e il suo spirito nulla hanno a che spartire; altra cosa è il problema della responsabilità oggettiva dei club, un tema sempre buttato in prima pagina quando il problema colpisce ma, come tanti altri, poi frettolosamente rimesso in un cassetto e fatto passare  in seconda linea rispetto ai litigi di cortile. Inutile dire che la vera discriminante sarebbe un'azione congiunta di tutte le componenti per arrivare all'identificazione dei facinorosi ed espellerli a vita dagli stadi, senza se e senza ma.
Galliani ha coinvolto Abete nella sua doléance. C'è da chiedersi: sarà competente?
La conclusione di Galliani, infine, non suona nuova in questo povero calcio di casa nostra: la colpa è di qualcun altro. Gli uomini della Procura federale hanno catturato parole in libertà al bar o nei bagni e i veri cori sono stati contro Balotelli, e quindi dei tifosi bianconeri (questo a prescindere dal fatto che di Balotelli quasi mai 'disturba' il colore della pelle ma piuttosto gli atteggiamenti): la prossima volta sarà allora il caso di riempire le curve e lasciare a casa i collaboratori della Procura federale?
 
Beretta: Bisogna rivedere le sanzioni per i cori negli stadi - Ieri era giorno di Assemblea di Lega, convocata per discutere, insieme all'advisor Infront, le possibili strategie di commercializzazione centralizzata dei diritti audiovisivi della Lega Serie A per il periodo post 2015. Ma in Assemblea ha tenuto banco anche il tema legato ai cori di discriminazione razziale e territoriale: "C'è la necessità di stilare un nuovo documento ha poi dichiarato Beretta - i club sono tutti concordi sul fatto che il sistema sanzionatorio dev'essere rivisto. Abbiamo già allertato Abete su questa tematica molto importante. Il punto fermo del sistema calcio è la lotta contro ogni forma di discriminazione razziale e territoriale, perché il destino del calcio e delle società non può essere nelle mani di piccole minoranze. La difficoltà ad intervenire da parte delle società è estrema, si tratta di minoranze che, con questo apparato sanzionatorio, possono produrre danni importanti. Resta quindi da capire qual è il miglior apparato sanzionatorio per evitare il ricatto e il condizionamento di piccole frange".Sul tema dei diritti audiovisivi così ha riferito Beretta: "E' stata una giornata molto interessante, all'Assemblea hanno partecipato direttamente molti Presidenti e i vertici di Infront. E' stata illustrata la proposta di Infront, ci prendiamo questa settimana per approfondire il quadro generale e definire in modo più evidente il business e poi ci riuniremo. Non è stata ancora stabilita la data della prossima Assemblea".
 
Le altre decisioni del Giudice sportivo - Oltre ai provvedimenti conseguenti agli eventi di Juve-Milan, il giudice sportivo ha provveduto a squalificare altri quattro giocatori: Mirante (Parma, espulso per aver commesso un intervento falloso su un avversario in possesso di una chiara occasione da rete), Balzaretti (Roma) e Magnanelli (Sassuolo), entrambi espulsi per doppia ammonizione, Glik (Torino), perché già diffidato e nuovamente ammonito. Squalificato per una giornata anche il fisioterapista del Sassuolo, Davide Valle, per avere, al 46' del secondo tempo, entrando sul terreno di giuoco, rivolto all'Arbitro espressioni ingiuriose: infrazione rilevata dal Quarto Ufficiale.
Per quanto riguarda le società ammende di: € 15.000,00 all'Inter "per avere suoi sostenitori, al 5' e al 35' del secondo tempo, indirizzato un fascio di luce laser sul volto di un calciatore della squadra avversaria; recidiva; per avere inoltre, nel corso del gara, acceso alcuni fumogeni nel proprio settore"; di € 15.000 alla Lazio "per avere suoi sostenitori, al 28' del primo tempo, indirizzato alcuni fasci di luce laser verso l'Arbitro e alcuni calciatori avversari; e per avere inoltre, lanciato un fumogeno nel recinto di giuoco"; di € 5.000 alla Roma "per avere suoi sostenitori, nel corso della gara, nel proprio settore, fatto esplodere un petardo e acceso alcuni fumogeni".

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