Platini: Puniamo i tifosi, non i club! Abete: Goliardia non è trivialità.

News, 10 ottobre 2013.
 
 
Platini: Bisogna punire quella parte dello stadio responsabile dei cori discriminatori, non penalizzare i club. Beretta: Bisogna rivedere il sistema sanzionatorio. Abete: Nessuna marcia indietro ma il Consiglio federale discuterà la questione per sanzionare ma senza lasciare spazio a strumentalizzazioni; bisogna sempre distinguere la trivialità dall'ironia e dalla goliardia. Marotta: In estate abbiamo sottovalutato il problema delle sanzioni sui cori di discriminazione.
 
 
 Platini: Punire i tifosi non penalizzare i club - A Platini, presente ieri sera a Cuccaro Monferrato  (Al) per ricevere il premio Liedholm, è stato chiesto un parere sulla questione che sta infiammando il nostro mondo pallonaro, la chiusura, per un turno, del Meazza, per i cori di discriminazione terrirotoriale: "Discriminazione territoriale? - ha risposto il numero uno della Uefa - E' una parola che imparo questa sera. Noi a livello Uefa combattiamo la discriminazione, dopo, quello che vuol fare ogni federazione nazionale è un suo problema. Noi per la discriminazione prendiamo caso per caso, vanno alla Disciplinare che decide quello che vuole, indica quelli che sono i motivi e la posizione. Non c'è scritto discriminazione territoriale da noi, ma discriminazione poi ogni Federazione decide quel che vuol fare. L'Uefa dà le indicazioni, poi ognuno può fare di più, se lo ritiene utile. E l'Italia può introdurre la parola 'territoriale'".
"Per il 99% il calcio è bellissimo, è il più bel gioco del mondo - ha proseguito - Problemi come il doping, il razzismo, la violenza, le scommesse rappresentano appena l'1%. I tifosi violenti, pericolosi, razzisti quelli che insultano tutti, sono pochi. Ed il razzismo è un problema sociale, che riguarda i politici, che devono aiutare i tifosi 'normali' a venire allo stadio. Ci sono due possibilità: dobbiamo punire i giocatori o quelli che sono razzisti sulle curve. C'è gente che dice: 'Dobbiamo togliere dei punti. Che facciamo? Lasciamo il Milan giocare, diventa campione per un  punto, poi alla fine 'No, togliamo tre punti perché ci sono casi di razzismo dentro le curve, non è più campione, i giocatori hanno giocato per un anno ma diventano padronitagonisit che ti fanno vincere o perdere dei punti? Questo io dico No. Dobbiamo punire e l'unica cosa è punire quei tifosi e non farli entrare nello stadio. E se i poliziotti non sono capaci chiudiamo quella parte dello stadio".
 
Beretta: Una norma da cambiare - Il presidente della Lega di serie A, Maurizio Beretta, che ha dichiarato di aver spedito formalmente, a nome della Lega, una lettera ad Abete "per modificare la norma sulla discriminazione territoriale", chiedendo di "convocare sul tema il Consiglio federale con l'urgenza che la situazione richiede. E' importante rivedere il sistema sanzionatorio, le attenuanti e gli aiuti collaterali - ha proseguito - per non dare armi improprie e rinforzare le minoranze ultrà. La questione è capire come si ottiene il risultato facendo l'interesse dei valori che si affermano e della stragrande maggioranza dei tifosi: bisogna riflettere molto in fretta ma in maniera laica altrimenti rischiamo di consegnare le chiavi degli stadi e del campionato a una minoranza. La chiusura completa di uno stadio è molto grave per l'immagine del calcio e per le persone perbene che sono il 99,9% di chi frequenta gli stadi. Le disposizioni sanzionatorie in atto portano a risultati che nessuno voleva all'inizio". Sui rapporti non sempre trasparenti tra club e ultras ha osservato: "Nel complesso è molto netto il percorso di affrancamento del calcio italiano da qualunque tipo di rapporto. Ci sono momenti in cui servono prese di posizione nette ma bisogna valorizzare gli aspetti positivi e ridurre al minimo gli effetti degenerativi".
 
Abete: Ne discuteremo, ma la trivialità non è goliardia - Giancarlo Abete ha raccolto il grido di dolore di Beretta e ha assicurato che il prossimo Consiglio Federale esaminerà la questione della chiusura degli stadi per discriminazione territoriale. Non c'è ancora una data fissata, "essendoci un procedimento appellato ancora in corso", cioè il ricorso del Milan. "Bisogna fare attenzione - ha detto Abete - all'applicazione della norma. Nell'ambito delle procedure serve che la norma sia sanzionatoria e non si presti a strumentalizzazione da parte degli stessi soggetti. Non si tratta di una marcia indietro e del resto neanche la Lega chiede questo".  
In ogni caso, ha deto ancora, "È necessario interpretare la fattispecie discriminatoria, cerchiamo però di non diventare ridicoli nel far passare delle forme di offesa triviale come forme di goliardia o ironia, perché non lo sono. Ogni forma di discriminazione va punita perché, come ha detto Malagò, non ci può essere discriminazione all'interno della discriminazione. Ci sono però degli step diversi, c'è l'approccio ironico che tutti noi ci auspichiamo nella dialettica naturale del tifo che vogliamo preservare, c'è l'offesa che è offesa e non discriminazione territoriale e c'è poi la discriminazione territoriale. Per chi applica la norma ci deve essere una comprensione de fenomeno che consenta una giusta sanzione". Comunque  "il quadro normativo è internazionalmente riconosciuto: nessuno lo contesta anche perchè viene applicato in ambito delle competizioni europee".
 
Marotta: Abbiamo sottovalutato il problema dei cori - Anche Giuseppe Marotta, presente a Cuccaro Monferrato per il premio a Platini, ha detto la sua sul problema delle sanzioni per i cori di discriminazione territoriale ''È inammissibile immaginare che una partita di Serie A possa giocarsi a porte chiuse' per discriminazione territoriale - ha detto -. Siamo davanti a un problema che abbiamo sottovalutato e che mi auguro possa essere risolto. Una cosa è la discriminazione razziale, un'altra è quella territoriale:  e da questo punto di vista qualsiasi urlo da parte di chiunque può essere considerato tale". A suo parere, lui ed i suoi colleghi dirigenti, "il 5 agosto, quando sono state inasprite le sanzioni" hanno "sottovalutato il fenomeno". E forse ora la norma "è stata interpretata con troppa leggerezza".Passando alle cose di casa bianconera, ha parlato del possibile rinnovo del contratto di Pirlo: "Come abbiamo fatto l'anno scorso con Buffon, anche per Pirlo la porta è apertissima. Starà a lui decidere, visto che è in un'età in cui si possono decidere cose importanti per sé stessi. Noi saremmo orgogliosi di continuare con Andrea". Sta con Conte quando dice che questa Juve, data in crisi, sta navigando al livello delle due stagioni precedenti: tante critiche sono esagerate davanti "a un ruolino di marcia che finora ci ha visto in linea con gli anni precedenti, quando alla fine siamo risultati i migliori".

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