Cronaca di un fallimento annunciato.

AbeteIn un’estate dove non si è mai smesso di parlare di calcio, tra Europei finiti a ridosso dei raduni delle grandi e alle presentazioni dei Nuovi Messia di San Siro, l’ideale cerchio tra gli eventi agonistici che hanno aperto e chiuso l’estate calcistica si è completato ieri, con la fine dell’avventura degli azzurri di Casiraghi alle Olimpiadi. Un evento che merita alcune riflessioni. Con l’eliminazione della Nazionale Olimpica (soprattutto per come è maturata) vengono al pettine nodi antichi, figli della disgraziata estate di due anni orsono, il vero peccato originale, dove in realtà è paradossale che i veri peccatori continuino a travestirsi da salvatori del movimento calcistico. Sul fallimento austro-svizzero si è detto molto, dell’inadeguatezza di Donadoni e delle sue scelte. Si è sorvolato molto sui responsabili di quella scelta, come del resto avviene oggi, quando il pur sincero Casiraghi (“sconfitta ineccepibile, nessuna recriminazione”) viene eliminato come si è visto.
Entrambi i tecnici sono figli del Nuovo Calcio Pulito, entrambi andati incontro a figuracce ampiamente prevedibili ma che il Gran Circo delle Novità ha sempre difeso e sostenuto. Ci ricordiamo come Lippi lasciò a Mondiale vinto, quel Mondiale accolto quasi con fastidio da chi dovette fare buon viso a cattivo gioco, salvo salire sul carro a rivendicare meriti per il successo tanto imprevisto quanto frettolosamente archiviato per accogliere il "Profeta" Donadoni, l’uomo dei quattro esoneri su cinque panchine occupate nell’ancora brevissima carriera, Nazionale compresa.
Ci ricordiamo ancora meglio come Claudio Gentile, reduce da un titolo Europeo Under 21 e da un bronzo olimpico ottenuti due anni prima (dopo 70 anni di digiuno olimpico), senza alcuna connessione con la farsa andata in scena nei mesi caldi del 2006, venne destituito senza nemmeno una telefonata dal ruolo di allenatore degli “azzurrini” in favore di Pierluigi Casiraghi, reduce da esperienze alla guida delle giovanili del Monza, con una breve e non fortunata parentesi al Legnano. Probabilmente decisive per la sua scelta si son rivelate le passioni (ricambiate) per Sacchi e Zeman, due autentiche garanzie.
Donadoni ha pagato, ad un certo punto ben oltre i suoi (comunque tanti) errori, anche perché affrontare una competizione come gli Europei con un contratto dalla gestazione infinita e tribolata equivaleva ad una dimostrazione di totale sfiducia da parte di chi lo aveva insediato. E non è un bel modo per lavorare. Casiraghi per il momento non pagherà, visto che il presidente federale oggi stesso si è affrettato a confermarlo almeno fino alla fine dell’Europeo di categoria. Ma il dubbio che lecitamente si insinua riguarda proprio il presidente Abete. L’uomo che ha inaugurato il Gran Circo delle Novità non ha proprio nessuna colpa? Chi ha avuto la sfortuna di ascoltare le sue dichiarazioni in questi due anni ne ha ricavato l’impressione di una persona che se fosse seduta sulla poltrona di presidente della Federazione Italiana Pallone Elastico (massimo rispetto, sia chiaro) si esprimerebbe con la stessa competenza e autorevolezza. Un disco già sentito, pieno di scuse infantili, un senso di debolezza e incapacità decisionale disarmante. Dalle lamentele sui torti arbitrali agli Europei (che tanto per ricordarlo, non hanno visto nessuna punta a segno e nessun gol su azione in 4 partite), alle conferme/smentite sul “C.T. che va/ C.T. che viene”, per finire alla perla odierna, sentita alla radio durante un faticoso rientro dalle vacanze. Domanda del cronista: “Perché la nostra Nazionale non vince più? Dopo il trionfo di Berlino, dagli Europei alle Olimpiadi due quarti di finale amari”. Ecco la risposta del Presidentissimo: ”Beh… ci son stati episodi che ci hanno penalizzato - già sentita questa, è la ben nota 'sindrome Moreno'- ma, soprattutto, direi che negli ultimi tempi la concorrenza è molto aumentata…”. Come dire: nel 2006 c’erano avversari ridicoli, sfortunatamente da allora abbiamo incontrato solo extraterrestri.
Peccato che proprio lui abbia fatto di tutto per riprendere il C.T. che vinse quel Mondiale "facile". Crediamo non siano necessari altri commenti, come non ne necessitava la motivazione che portò il signor Abete a giustificare la mancata assegnazione dell’Europeo 2012: “paghiamo lo scandalo di Calciopoli” e non, come sostennero i più, il mancato sostegno al cavallo vincente all’elezione del presidente UEFA, che, una volta eletto destinò la manifestazione continentale a due Nazioni sue sostenitrici le quali, tra scandali calcistici e non, ne avevan combinate tante che Calciopoli in confronto sembrava quello che realmente era: una burla. Ci resta solo una speranza: che col prossimo Natale, qualcuno decida di regalarsi un Abete per il giardino, almeno per non sentirlo più sproloquiare come nell’ultima presentazione dei calendari di A e B, dove, insieme a due esponenti del Gran Circo delle Novità (il “giovanotto” Matarrese e il “giovanissimo” Gran Capo Petrucci) magnificava la pulizia di un ambiente ormai idilliaco finalmente libero dai problemi di iscrizioni, deferimenti e fallimenti di società.
Dopo tutto questo, l’unica domanda che possa avere senso è la seguente: ma per quanto ancora siamo disposti a farci prendere in giro?


Nota della redazione: da ieri, sul web, si registra un "diffuso sentimento popolare" che attribuisce la scelta di Donadoni e Casiraghi, come C.T. azzurri, al fatto che appartenessero alla stessa "scuderia" del vice presidente federale Albertini. Stefano Olivari, il 7 maggio 2008, in un articolo dal titolo "La scuderia di Donadoni", scrive:
"Fra Donadoni e Moggi prenderemmo sempre Donadoni, ma non sono sbagliate alcune considerazioni che l'ex direttore generale della Juventus fa nel suo 'Un calcio nel cuore'. [...] Moggi non ci sta a passare per l'unico italiano che una volta al potere cerca di piazzare i 'suoi' e andando a parare sul solito Guido Rossi analizza le sue scelte principali. Partendo da Demetrio Albertini, per anni assistito da Giovanni Branchini e Carlo Pallavicino, che una volta arrivato ai vertici della federazione sceglie come c.t. il suo vecchio amico e compagno Donadoni, anche lui della medesima scuderia di procuratori, e come selezionatore dell'Under 21 Casiraghi, casualmente sempre della stessa famiglia. Al momento delle nomine, due allenatori dal curriculum non proprio scintillante."
Per noi resta solo un'ipotesi ma siamo sicuri che se la "scuderia" comune fosse stata la GEA ...

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