The elephant in the room

trezeguetLa querelle Trezeguet-Ranieri mi ha fatto pensare all’Elephant in the Room.

L’elefante nella stanza è un detto inglese per un’ovvia verità che viene ignorata o non affrontata. È basato sull’idea che un elefante in una stanza sarebbe impossibile da non vedere, dunque chi si trova nella stanza e si mette a lucidare l’argenteria facendo finta di non vedere l’elefante, si preoccupa di cose irrilevanti trascurando il vero grosso problema.

C’è un elefante enorme nello spogliatoio della Juventus, vi si aggira dall’estate del 2006 e nessuno sembra avere il coraggio di vederlo.

E’ la verità su Farsopoli e più in particolare la verità sulla gestione di Farsopoli da parte della proprietà della “Nuova Juventus” (cit.) e la vera natura del famigerato progetto sbandierato da Blanc.

Se non si trova il coraggio di affrontare una volta per tutte il vero grosso problema della Juventus dall’estate 2006 ad oggi, niente ci fermerà dal baratro verso il quale stiamo correndo.

Conosco solo superficialmente i contenuti dello scontro a mezzo stampa-televisione tra l’allenatore sorridente della “nuova Juventus” in versione sparring partner simpatica a tutta l’Italia (tranne alla maggior parte degli juventini), e il più grande realizzatore straniero della storia della Juventus nonché grande protagonista dei successi dell’era della triade, antipatica quasi a tutti, ma che a noi tanto piaceva.

Non conosco tutti i dettagli dello scontro, ma non ho dubbi su quale parte supportare. Io sto con David, uomo e calciatore. Io sto con la storia della Juventus.

Perché discutere nel dettaglio i contenuti della querelle, o valutarne gli effetti sulle possibilità di conquistare la Coppa Italia, sarebbe come lucidare l’argenteria, a me interessa scacciare l’elefante.

Probabilmente alcuni dei reduci della grande Juventus, quelli meno intenti a fare i simpaticoni fidanzatini d’Italia, hanno sperato che con il passare del tempo, proprietà e dirigenza riuscissero ad accompagnare l’elefante fuori dalla porta, cioè che decidessero finalmente di rivisitare Farsopoli ripristinando la verità storica e restituissero loro la dignità e i titoli vergognosamente sottratti nell’estate del 2006.

Probabilmente hanno capito che ciò non accadrà mai e allora vedo nello sfogo di David, così come in qualche atteggiamento di Pavel, la voglia di spingere l’elefante fuori dalla stanza, di dare la prima scossa affinché l’elefante si liberi e sfasci con la sua forza le fragili pareti dello spogliatoio e magari continui la sua corsa dirompente sino a sfasciare gli uffici di corso Galfer.

Probabilmente nel breve periodo, sotto le macerie rimarrebbe qualche cadavere, con un pò di fortuna i cadaveri sarebbero quelli giusti, ma in ogni caso è assolutamente necessario che l’elefante si liberi per poter coltivare qualche speranza nel lungo periodo.

Non conosco tutti i dettagli dello scontro, ma non mi è sfuggito il risentimento di Ranieri sull’uomo Trezeguet. Ho visto Trezeguet assumersi da uomo la responsabilità di calciare i rigori di Manchester e Berlino pur non essendo uno specialista, le cronache raccontano di un Trezeguet che scagiona Moggi dalle accuse GEA nonostante i rapporti tra loro non fossero idilliaci.

Sono due anni che Ranieri ha accettato di propagandare il ridimensionamento della società, non perdendo occasione di definire i propri uomini inferiori ai principali avversari, non ultimo ha definito la propria squadra inferiore al Chelsea prima dell’intervista Di David.

Ammetto di aver lucidato un po’ di argenteria in queste ultime righe, mi perdonerete… ma volevo sottolineare una volta di più che se dovessi scegliere un cadavere tra Ranieri e Trezeguet, il cadavere che vorrei vedere sarebbe senza dubbio quello di Ranieri.