BATTIBECK! Famiglie e famigli

battibeckLE GRANDI FAMIGLIE ITALIANE

Caro Battitore Libero,
Lippi-Lippi-Lippi-Lippi-Lippi-Lippi-Lippi-Lippi-Lippi. Lippi Marcello.
Immagina che lo pronunci - tanto per buttar lì, con spocchia, una citazione colta - alla moda del Tenerone di Gianfranco D'Angelo, quello del Drive-In. Una ventina di volte, e più. Eh già, perchè ogni volta che ti dico Lippi, tu abilmente glissi. Ora, non so cosa tirerai fuori dal tuo "glissario", per l'apologia del tuo amico (devo supporre, ne sono costretto, che sia così), ma una cosa è certa: è talmente antipatico che solo uno juventino lo può sopportare.
C'è questa storia dell'ItalJuve. Che, detto tra noi, è sempre stata una garanzia di vittoria, o quasi. Ora: non è che questa Juve sia proprio la Juve di 4 anni fa, ma pazienza. Gli trovo subito una scusa: tra il 2004 e il 2006 l'Inter aveva in pratica un solo giocatore italiano, che il Mancio, per altro, teneva soventemente in panchina. Materazzi. Lippi lo ha sempre convocato. Ora asseconda gli isterismi su Santon, uno che, a ragionare da Paninaro come fai tu (ovverosia col Panini), mi risulta abbia giocato tra le 3 e le 5 partite decenti in carriera. Non basta però: ora vogliono anche Thiago Motta che, dicono, è la stessa "cosa" di Amauri. Anche se gioca nel ruolo di Pirlo e De Rossi dove, ammetterai, siamo ben coperti. E a questo punto io ci aggiungerei Balotelli (perchè Cassano spacca lo spogliatoio), Gigi Simoni in panchina e uno scambio di ministeri tra Bondi e La Russa.
Magari anche Guido Rossi per Abete.
E che l'apologia di Lippi la faccio io?
Sì, quando è facile la faccio io, che son limitato. Per le questioni difficili mi rivolgo a te.
Ad esempio: suo figlio fa ancora il procuratore che tu sappia? O ora che non c'è più la GEA non è più costretto?
Perchè Marcello non ha smentito che il figlio conduca le trattative per la Juve di Blanc&Co, che poi è la stessa Juve di Blanc&Co, a cui si dice dispensi preziosi consigli?
Sono interessato a sapere. Ma sai perchè? Perchè ti voglio dimostrare che con Calciopoli ho ragione io.
Che dei conflitti di interesse, delle riforme, della trasparenza, non è mai fregato niente a nessuno.
Bisognava solo eliminare qualcuno dal sistema. Una volta successo, però, l'ultimo che mi sarei aspettato a mangiucchiare dal capro, quello era Marcello Lippi. E invece...
Bene inteso: dall'amicizia tra Lippi e la Juve odierna, non trarremo alcun vantaggio, come immagina Mourinho. Mi risulta, infatti, che il capo degli arbitri sia viareggino, ma si chiami Collina.
Ma torniamo alla Nazionale.
E' inguardabile, ed è un suo pregio. Lippi lavora sul gruppo e quelli che stanno nel gruppo quando c'è ciccia sul piatto si guardano in faccia che è un piacere. E poi sbranano. Siamo sempre noi i favoriti.
La questione Amauri è semplicemente ovvia. Prenderlo. Tanto le Nazionali con le nazioni c'entrano poco, e forse vivaddìo. Da quando ho visto Podolski allo scorso Europeo non festeggiare per un goal alla "sua" Polonia, il processo è irreversibile. Al Portogallo mancava una punta, e hanno naturalizzato Liedson. Ora non serve a niente rispolverare Renan, la nazione come comunità civica, o come legame di sangue.
Qui si tratta di money per tutti. Per i giocatori che aumentano il valore dei contratti, in primis. E poi a scendere.
Giacchè il tutto è inguardabile, io ho scovato le eccezioni: Bosnia Erzegovina e Ungheria.
La prima, perchè mi fa pensare a come il calcio, nonostante tutto, sia eccezionalmente bello, strano e metafora della vita. Tu pensa: la generazione dei bimbi cresciuti sotto le bombe, la guerra che ha sfornato talenti in serie, uno Stato che ancora poggia su fragilissime basi. E ora, eccoli qui, che si giocano il Mondiale e ce la possono fare. Mercoledì tifo pazzo.
L'Ungheria perchè è la Storia, e può far fuori i Mendes Boys. Mercoledì tifo pazzo.
E se il Portogallo esce, sai mai che Mourinho si trova un altro lavoro?
Una curiosità: l'Argentina è stata, per l'ennesima volta, umiliata dal Brasile. Sono vent'anni, dicasi venti, che la biancoceleste fa schifo, al momento buono. In vent'anni, un paio di Coppe Uefe: le Olimpiadi. Singolare, no? Vent'anni. Come l'Inter di Moratti, carica di argentini.
L'umiliazione più cocente in Coppa America 2004, quando la terza squadra del Brasile, a impreziosirla un giovanissimo Diego, battè in finale i titolarissimi argentini. Buoni auspici, no?
La perla della settimana, infine. Dice Abete che lui nel calcio italico vorrebbe vedere solo "le grandi famiglie italiane". My god, quanta pregnanza, quanta pienezza di significato a far da guida per le nostre vite, in una sola frase.
Battitore Libero, è vero: lui lo ha detto in risposta alle voci che volevano l'Abbattitore Libico proprietario del Milan. Che poi io mi chiedo se un criminale si possa chiamare col suo vero nome, invece che usargli tanta deferenza.
(Poi tu mi dici: è fico avere la Lafico? No, affatto.)
Le grandi famiglie italiane...grande famiglia ce n'è solo una.
Gli Agnelli, avrai ascoltato il nostro amico Gigi, sono divisi a metà.
I Berlusconi, quasi.
Di grande rimangono solo i Moratti: petrolieri e ambientalisti, destri e sinistri, truffati e truffat..(oh yeah non ci casco, aspettiamo la fine delle indagini sul caso Saras, per ora loro sono parte lesa...)
Grandi famiglie. Ma il MedioEvo non finisce mai?

I GRANDI FAMIGLI ITALIANI

Carissimo,
puoi spiegarmi cosa ti è successo? Mi aspettavo la solita boccetta di veleno e invece mi hai inviato una damigiana di riferimenti mielosi. Borotalco, non rotocalco. Non vorrei che la vittoria per 3-1 a Roma, là dove senza Diego e ‘O Ciro mio la Juventus del mio idolo Ranieri aveva vinto 4-1 (e senza Totti in campo: dunque, contro avversari decisamente più pericolosi), ti avesse fatto perdere il senso della misura. Non sarebbe la prima volta. Mi parli della Nazionale, mi riempi una riga, una riga intera, di un bisillabo, Lippi, e mi citi Santon. Un santo dopo e uno che vorremmo santo(n) subito: satira politica. La butti sul tragico con la Bosnia Erzegovina, poi mi passi ad Amauri la cui telenovela sta oggettivamente stufando anche un amaurista come il sottoscritto. Per la questione passaporto, non era più semplice rivolgersi all’Inter? A tavolino ci hanno tolto uno scudetto, a tavolino potrebbero darci un centravanti. Parli di «grandi famiglie italiane», e dimentichi lo scopo sociale della più importante fra le meno importanti.
Per me c’è sotto qualcosa. Per me ti sei stancato di «carteggiare» con me. Le menate ereditarie di Margherita ti hanno distratto, non sai come scaricarmi, hai preso una cotta per il mio calvo, cioè Collina (o Moncalvò alla francese). Collina è il designatore che un sito serio come il tuo dovrebbe indicare alle masse come il simbolo di un sistema che si ribella all’idea di essere ancora regime, o un altro regime. Solo che a te non frega niente, pensi ai «Mendes Boys», evochi la Grande Ungheria, sfotti l’Argentina del Diego più grande e infliggi ai Moratti una razioncina di olio di ricino. Lui, il tuo e il vostro «scemo del villaggio». Mi sto alterando, per questo cambio discorso.
Dai, dì la verità? Ricordi Gheddafi, al cui figlio la Triade concesse l’onore di battere la Juventus, e ometti le flebo che tanto padre fece alla Fiat degli Agnelloni. Pecunia improvvisamente olet? E se sì, da quando? No, Carissimo, non ci siamo. Il problema non sono, né saranno mai, le grandi famiglie italiane, i cui peccati sono davanti a (quasi) tutti. Il problema sono, e sempre saranno, i «grandi famigli italiani» che, al di là della carica e del grado di gerarchia e/o parentela, a volte perdono la testa e gonfiano il petto fino a credersi unti dai signori. Nomi e cognomi? Ne conosco un paio, ma non voglio infierire, non voglio sporcarti le cartoline da Sarajevo e o i petali di Margherita. Sarei ingrato. Sarei volgare.
Preferisco volare basso. Sotto sotto, continuo a volerti bene e non ho perso la speranza di svegliarti, come chioserebbe quel fraticello di Enrico Preziosi, dal “Como” profondo in cui ti sei cacciato e dal quale l’équipe del dottor Zaccone aveva cercato invano di recuperarti. Noto con raccapriccio che siamo ancora a Guido Rossi. Sono passati tre anni e, pur di un applauso del loggione, ti sdrai fino a raccogliere le briciole etiche del Professore. Ti andava bene, però, quando a nome e per conto della Triade, dell’Inter e del Milan firmava un’istanza di natura televisiva, a salvaguardia (cito a memoria) dei diritti individuali, eh, allora ti gustava mucho el senor Rossi, l’hombre del partido?
E poi smettila con la storia di Cassano che spacca lo spogliatoio. Non credi a Ruperto ma bevi ‘ste fregnacce. Ti fa schifo San Dulli e abbocchi alle finte della stampa di regime. Suvvia, non buttare al macero un’amicizia come la nostra, tutt’altro che criptica. Lascia perdere le famiglie. Concentrati sui famigli. Altra categoria, purtroppo.
Il Battitore Libero

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