Un consigliere alla Lafico: meglio prevenire che curare

elkannsaltalbanoMeglio prevenire che curare. Il vecchio adagio è sempre attuale.
Ma non stiamo parlando dei soliti programmi TV in cui si parla di prostata e colesterolo.
Stiamo parlando della presentazione delle liste per l’elezione del Consiglio di Amministrazione della Juventus FC.
Infatti il 13 ottobre 2009, come previsto dal Codice Civile, EXOR, azionista di maggioranza della Juventus FC con circa il 60% del capitale, ha presentato la propria lista per il rinnovo delle cariche di consigliere, in vista dell’Assemblea di fine mese.
Nessuna novità, oltre alla mancanza di Giovanni Cobolli Gigli. I sei rimanenti componenti (Blanc, candidato Presidente, Sant’Albano, Montanaro, Mazzia, Saà e Venesio) sono tutti confermatissimi consiglieri insediati nel 2006, quando qualcuno decise che la Juventus era troppo bella e troppo forte per continuare ad esistere.
La vera novità è stata invece la presentazione della lista della LAFICO, secondo azionista con circa il 7,5% del capitale, composta da un solo candidato Khaled Zentuti, Presidente Esecutivo della stessa LAFICO, una specie di grande fondo di investimento che fa capo direttamente al governo libico.
Questa è la notizia che hanno dato tutti i giornali. Noi di www.ju29ro.com siamo invece in grado di dare l’approfondimento.
La presentazione della lista LAFICO, infatti, non è casuale. In fondo, da azionisti di minoranza, i libici avevano avuto già un posto in consiglio ai tempi della Triade, ma quella volta Saadi Gheddafi venne proposto direttamente dall’azionista di maggioranza IFIL.
Nel frattempo, alcuni interventi sullo Statuto Sociale, avvenuti nel 2007, necessari per recepire le modifiche apportate al Testo Unico della Finanza in materia di Corporate Governance, avevano aperto un clamoroso spiraglio alla presenza dei piccoli azionisti all’interno del CdA.
L’articolo 13 dello Statuto, dopo l'aggiornamento, recita infatti: "...La nomina del Consiglio di Amministrazione avviene sulla base di liste di candidati. In presenza di più liste, uno dei membri del consiglio di amministrazione è espresso dalla seconda lista che abbia ottenuto il maggior numero di voti. Hanno diritto a presentare le liste soltanto gli azionisti che, da soli o insieme ad altri, siano complessivamente titolari di azioni con diritto di voto rappresentanti almeno il 2,5% del capitale sociale ovvero la diversa percentuale prevista per la società dalla disciplina vigente..."
Detto in parole povere: se un gruppetto di piccoli azionisti, con almeno il 2,5% del capitale complessivo, si fosse organizzato e avesse presentato una propria lista, avrebbe avuto diritto, per statuto, ad un consigliere. E chissà se qualcuno, in qualche modo, non aveva cominciato a pensarci.
I lettori più svegli capiranno che tale circostanza, ai prezzi attuali di Borsa, non è una cosa difficilissima. Allo stesso tempo, gli stessi lettori non faranno fatica a capire che la presenza di un consigliere dei piccoli azionisti, magari un rappresentante di quelli che hanno contestato le scelte del 2006, era una eventualità non proprio gradita dalle parti di Corso Matteotti, quartier generale di John Elkann e dei suoi più stretti "ghost thinkers".
Ecco quindi che non appare peregrina l’ipotesi che la lista LAFICO possa essere stata sollecitata proprio da Exor per disinnescare la possibilità di presenze ingombranti nell’ambito del Consiglio di Amministrazione della Juventus FC.
Prevenire è meglio che curare.

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