Il gigolò innamorato

bettegaVolevamo una Juventus con le palle? Eccole, sono solo due per il momento, quelle di Roberto Bettega, ben visibili sul tavolo della sala conferenze stampa dello Juventus Media Center. Diciamolo subito, ci vuole un bel coraggio a metterci la faccia in piena rivoluzione, anzi in piena rivolta, e di questo a Bettega dobbiamo rendere atto, resta solo da capire il perché. Credo vi siano due modi per guardare quanto sta succedendo; il primo è molto semplice, quasi infantile, ed è quello che ci ha comunicato Bobby Goal: la Juve, e solo la Juve per tutta una vita, la Juventus prima di tutto e di tutti, uno sconfinato amore iniziato e mai finito. Lo capiamo eccome se lo capiamo, quando si ama si ama, e i rischi non vengono presi nemmeno in considerazione, quando si ama basta sfiorare le labbra per toccare le stelle.
Poi c'è il bacio alla francese, quello un po' più tecnico, quello con la lingua che, a saperla usare, fa vedere le stelle agli altri. Sì, c'era anche Jean-Claude alla conferenza stampa, e ci mancherebbe, un Jean Claude carico, anzi Tricarico che, per riprendersi la sua vita tranquilla, ci mette sì la faccia, ma quella degli altri.

"Caro Monsieur B, per essere chiari, noi non ci dimentichiamo della sua faccia, noi non ci dimentichiamo del Projetò quinquennale, non ci dimentichiamo che tre anni son già passati e si sta ancora cercando l'assetto da gara, non ci dimentichiamo del Presidente traghettatore, Caronte Cobolli Gigli e della vostra gestione, non ci dimentichiamo degli allenatori dannati d'annata, che più di tanto non servono, se non per salvare le apparenze e castrarli con costi esorbitanti; non ci dimentichiamo delle campagne acquisti, pochi nomi ma buoni: Almiron, Andrade, Poulsen, Tiago, primo ed ultimo acquisto fatto con la collaborazione di un demotivato Roberto Bettega".

Questo per ricordare a Tricarico che la memoria non è corta e, pur lasciando la faccenda Farsopoli nel cassetto, quanto elencato basta ed avanza per definire l'esperienza sportiva e storica di un dilettante "bianconero" acquisito.


"Tre anni di sabbie mobili, dove abbiamo visto sparire i resti di una Juventus già infangata nei tribunali e soprattutto in campo, che solo grazie all'orgoglio ed alla bravura di campioni veri, spremuti e sospinti dall'inerzia, Le ha fatto credere che stava facendo un buon lavoro. Campioni come Buffon, Trezeguet, Camoranesi, Nedved, Cannavaro e Del Piero sono rimasti dentro fino alle ginocchia, quando reggevano, nel pantano di questo Projetò che non va. Non è bastata nemmeno la faccia di Ciro Ferrara, una volta arcigno difensore in campo, oggi costretto a difendersi con le parole, sempre davanti, sempre il primo a parlare per Lei, Monsieur B.
Ed oggi rifacciamo il pieno a questa macchina che deve ripartire, anzi riprendere a camminare, per usare le parole di Bettega, ennesimo puntello in corsa, ennesimo rimedio perché qualcosa ancora non va, perché ormai anche lo zoccolo duro del tifo bianconero si è accorto di cantare solo per qualcosa che non c'è più. Oggi ha deciso, come Le piace fare e ribadire, che Roberto Bettega è la persona giusta per ritornare grandi, sfruttando quella credibilità, quella sicurezza che solo un nome amato può dare, quella solida base che Bettega si è costruito da solo, quando Lei ancora non sapeva nemmeno cosa fosse la Juventus."

Oggi un altro bianconero vero ci sta mettendo la faccia, e noi, grazie a lui, dovremmo metterci ancora pazienza, voce e cuore. Oggi Bettega, tra le righe, chiede collaborazione, supporto, si rende conto che il compito è difficile, arduo e che da solo non potrà riuscirci, quindi, per nome e per conto di Blanc, chiede tempo, ancora tempo, chiede aiuto ai tifosi, perché un giocatore senza supporto ha paura della palla e non riesce a pensare, perché la percezione dev'essere quella di un obbiettivo comune, di un lavoro di équipe e lui, col suo agire, cercherà di dare un fondamentale contributo per raccogliere quanto è stato disperso. Beh, in realtà Bettega vuol dire solo Bettega, e non CTRL ALT CANC. Se ha deciso di mettersi in gioco, consapevole dei rischi nonostante l'amore, allora insegni a tutti cosa significa vincere alla Juventus. Vincere alla Juventus non significa uno scudetto o una Coppa Italia, vincere alla Juventus significa aprire un ciclo, e migliorare, vincere alla Juventus significa programmazione, continuità ed organizzazione, a partire dalle giovanili, passando per il mercato fino a costruire una prima squadra di campioni. Una squadra che deve guadagnarsi il rispetto in campo, in Italia e all'estero, una squadra antipatica ma presa ad esempio, che incute timore già nel tunnel prima di entrare in campo, una squadra supportata da una società che rivuole gli scudetti, tutti e 29, non solo a parole, una società che difende il suo nome e la sua storia con le unghie e con i denti, una società che vuole una terza stella senza nubi.
Ecco, questo è quello che avevamo e quello che rivogliamo, il tempo c'è, ci sono due anni abbondanti, più del doppio del tempo che ebbe la Triade per far continuare una fantastica storia. Questo è quello che ci aspettiamo da Roberto Bettega, perché l'amore per la Juventus non si discute, ed uno gigolò innamorato non ne avrebbe abbastanza.