Questa Juve non vuol dire niente

Cobolli e BuffonPerchè una squadra un significato qualsiasi lo deve pure avere.
Questa è una squadra in cui i tifosi mettono molti significati: la rivincita contro l'Inter, la dimostrazione di forza dopo Calciopoli, l'orgoglio dei campioni rimasti in B, la Juve che, nonostante tutto, è sempre la Juve.

Eppure, cari tifosi, ce lo hanno detto chiaramente. Basta ricordare Buffon, dopo il vittorioso Inter-Juve dell'anno scorso, che disse a chiare lettere a Mughini, che parlava di resa dei conti, che a lui non gliene fregava proprio nulla, che erano discorsi per Mughini e gente come lui, ma non per loro. I giocatori, i professionisti. Gente che svolge la propria professione e vive di contratti da rinnovare e piani quinquennali da soddisfare. Non c'è Inter, Calciopoli, serie B, che tenga.

Intendiamoci: partite brutte della Juve ne ho viste, come ho vissuto stagioni deludenti. Prima della Triade e anche con la Triade (per mia fortuna molte meno).
Ma la Juve pareggiante a Marassi è stata un'altra cosa. Una squadra senza contenuto. Il nulla con il niente intorno. Non era una squadra appena stata in B, non era una squadra che vuole superare l'Inter, non era una squadra rancorosa. E naturalmente non era una squadra vincente, compatta, affamata di vittorie.
Non assomigliava per nulla alla squadra pre-Calciopoli, ma non aveva nemmeno nulla di una squadra che Calciopoli l'ha appena subita. Una squadra con una ferita ancora da rimarginare.

Devo essere sincero: a parte qualche partita in B, punti nell'orgoglio da qualche Carneade un po' troppo su di giri, e qualche sussulto l'anno scorso, nessuna delle due squadre sopra citate si è quasi mai vista.
Però, che volete, abbiamo tutti provato ad illuderci. A dirci che la Juve è sempre la Juve.
E invece non è la Juve.
Intendiamoci: questa squadra può giocare molto meglio di così, e ha giocato molto meglio di così, le partite storte capitano, e tutte le obiezioni che volete.
Ma provateci voi ad appassionarvi per le polemiche tra Ranieri e Mourinho. Io non ci riesco.
Provateci voi a immaginare sognanti, come fa Guido Vaciago (editoriale su Tuttosport odierno), la Juve del 2018 con "Giovinco capitano, Del Piero presidente, Buffon allenatore, Nedved responsabile delle giovanili e Camoranesi capo degli osservatori in Argentina". Provateci voi perchè a me i brividi non vengono.
Provateci voi a inorgoglirvi per le punzecchiature di Cobolli e Lapo all'Inter, per il presidente che non capisce la B, ma poi accetta un'editoriale in prima pagina sulla Gazzetta che parla della storia dei successi della Juve come una storia "di imbrogli". A firma Cannavò/Moratti. Io proprio non ci riesco.

E non ho voglia di parlare di Poulsen o di Molinaro, di Giovinco o di De Ceglie. Non ho voglia di parlare di Ranieri e della guida tecnica. Perchè se ne può parlare, certo, ma ancora non è il punto.
Bisogna parlare, per una volta, della guida non tecnica ma morale, motivazionale.
Ce l'ha detto Buffon: non esiste.
Questa è una squadra di professionisti che cercano di fare il meglio possibile, commettendo qualche errore, all'interno di un piano quinquennale disegnato dalla dirigenza. Un piano quinquennale che prevede che la Juve torni a lottare per vincere qualcosa nel 2011. E' bene ricordarlo. Perchè questi stessi profeti della finale a Roma, ce lo ricorderanno quando qualche juventino in più si sveglierà, disilluso e svuotato da questa squadra.
Questa non è una squadra che porta dentro Calciopoli.
Ce lo hanno detto, lo volete capire?
Quelli siamo noi.
Che speriamo che i giocatori siano come noi.
Non è così.
Loro facciano pure come se Calciopoli sia finita.
Ma così, questa squadra non vuol dire niente.