Pagelle 2008: lo staff tecnico

RanieriLo staff tecnico di Ranieri è in carica da un anno e mezzo e ancora dobbiamo capire di che pasta sia fatto. Il Mister è un signore affabile e di buone maniere in sala stampa a patto, però, che non perda due partite, altrimenti esce dal seminato con la facilità con la quale le squadre da lui allenate hanno vinto titoli negli anni successivi alla sua destituzione.
Tatticamente è stato bravo e, per certi versi, innovativo nell’imporre un modello di squadra così corta grazie alla difesa alta e ben organizzata, intuizione che ha portato risultati eccellenti in termini di solidità difensiva. Il problema è l’assenza di mordente nelle occasioni importanti, il cosiddetto “killer instinct” che latita da sempre nel DNA delle sue squadre, squadre che “graffiano ma non mordono”, secondo un’azzeccata definizione coniata da Roberto Beccantini due anni fa, all’annuncio della nomina del Mister romano alla guida della Juventus. Durante l’estate 2006 pronunciò la parola scudetto e disse che l’obiettivo era entrare in zona Champions League, salvo ritrattare nel periodo difficile e dichiarare che la società gli aveva chiesto un piazzamento UEFA. Da quest’estate va ripetendo il solito ritornello, dicendo di voler migliorare il terzo posto ma che “altri devono vincere lo scudetto”.
Subito i giocatori più autorevoli, da Del Piero a Nedved, da Chiellini a Legrottaglie, passando per Buffon e Trezeguet, hanno puntualizzato quanto invece nello spogliatoio si creda nella possibilità di puntare a vincere, come da mentalità juventina. Uno che si accontenta? Può essere, anche perché uno che almeno a parole preferisce Poulsen al più costoso Xabi Alonso o è incompetente oppure è solo aziendalista.
Incapacità di pensare in grande e di dichiararlo apertamente, è il difetto di Ranieri, che non più tardi di 15 giorni fa dopo aver battuto il Milan disse, a proposito delle ambizioni da primato: “Piano, ricordatevi che noi venivamo dalla B solo l’anno scorso…”.
Un uomo che sente il peso delle pressioni e le subisce, invece di esaltarsi come accade ad altri individui. Un allenatore che appare spesso confuso nelle scelte e che, quando sbaglia una formazione, risulta incapace di correggerla in corsa. Un allenatore il cui operato recente si condensa in tre esempi:

1 - Bate Borisov-Juventus, 2-2, Juve senza capo né coda in fatto di formazione ma soprattutto un Mister che confonde l’ordine cronologico di certi episodi per tentare di giustificare i propri errori, che si sintetizzano in una frase del genere: “sapevamo che ci avrebbero aggrediti così ed eravamo preparati: purtroppo è successo e ci siamo fatti sorprendere”. Sorge spontanea una domanda: qual è il compito dell’allenatore?
2 - Juventus- Palermo 1-2, post partita: Del Piero parla da leader del gruppo e fa intendere che bisogna correggere l’andazzo "parlando tra di noi e sistemando alcune cose che devono cambiare", in pratica sostituendosi all’allenatore. In altri tempi, questo avrebbe significato multa (salata) per il giocatore o, più probabilmente, nessun tesserato juventino si sarebbe mai permesso di dire queste cose in tv.
3 - Inter-Juventus 1-0. Durante la settimana l’approccio della Juve è da Inter, ciarliero e sbruffone. Quello dell’Inter è da Juve: una vera bestemmia? No, è stato proprio così, e in campo l'impressione si confermerà, con la Juve in versione molle, svagata, timorosa e spaventata dalla ferocia agonistica dei nerazzurri, una ferocia visibile persino in Adriano, del quale conosciamo le vicissitudini attuali. E con tutta questa superiorità mostrata, i nerazzurri trovano il gol dell’1-0 finale a meno di 20 minuti dalla fine grazie ad una somma di circostanze quantomeno bizzarre. Cosa sarebbe successo se gli uomini di Ranieri fossero scesi in campo con la giusta tensione?

Un ulteriore aspetto da chiarire sullo staff di Ranieri (e qui si chiamano in causa i preparatori Capanna e Scanavino) è quello sugli infortuni a catena che hanno decimato la rosa bianconera dal ritiro di Pinzolo ad oggi. Guai muscolari e articolari sono capitati a Buffon, Grygera, Zebina, Zanetti, Camoranesi, Trezeguet, Del Piero, Iaquinta, Marchisio, Poulsen, Legrottaglie, Chiellini, Knezevic, Nedved, Salihamidzic.
Un pochino troppi per essere esclusivamente frutto di casualità?
Possibile. Se escludiamo gli incidenti di gioco, non andiamo comunque a ridurre di molto la lista.

In considerazione di tutto questo, il voto a Ranieri e al suo staff non può che essere un 5.